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Maroni governatore, il Pdl locale approva. Ma con qualche silenzio

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Maroni governatore, il Pdl locale approva. Ma con qualche silenzio

Pareri diversi nel Pdl brugherese sulla reunion tra gli auzzurri e la Lega in chiave di alleanza nazionale e regionale (vedi qui).
Secondo Vincenzo Caggiano, ex assessore ed ex consigliere comunale (esponente della corrente Pdl dei “Circoli del buon governo” di Dell’Utri), l’alleanza tra gli azzurri e il Carroccio «allo stato attuale dei fatti è la strategia politica più corretta e naturale». Spiega: «Se Pdl e Lega insieme stanno governando bene Piemonte e  Veneto, perché non deve proseguire anche il buon governo della Lombardia?». Caggiano, che si autodefinisce un “berluscones” (cioè un irriducibile sostenitore politico dell’ex premier), spiega che «Maroni è quindi senza dubbio il mio candidato presidente della Regione».
Il discorso con Caggiano si complica invece parlando di Brugherio. «Prima di ogni possibile strategia elettorale o possibili accordi – commenta – il Pdl brugherese ha bisogno urgente di un commissario. L’attuale gruppo del direttivo che si ritrova (ne abbiamo parlato qui) non è infatti legittimato a prendere decisioni. Nulla di personale con quelle persone che sono tutti amici. Ma io non partecipo. Indendiamoci – tiene a precisare – la colpa non è degli aderenti al Pdl locale, ma dei vertici provinciali e regionali che da mesi non stanno provvedendo a sanare la situazione. Solo una volta fatta chiarezza su chi tenga le redini del Pdl a Brugherio possiamo ragionare del futuro. Senza commissario non possiamo affrontare le elezioni locali». L’ex assessore però non si schermisce davanti alla richiesta di un parere personale. «Secondo Vincenzo Caggiano – risponde – l’alleanza Pdl con la Lega, la lista Civica di Gatti, la lista di Ancilla Fumagalli (vere espressioni di movimenti civici liberali) e anche l’Udc deve essere riproposta. Nella prima fase della Giunta Ronchi abbiamo fatto molto bene. E sia chiaro: la colpa del commissariamento non è solo della maggioranza, ma di tutti quelli (me compreso, per obbedianza alle linee del partito) che hanno firmato le dimissioni facendo cadere il sindaco. Quindi anche del centrosinistra».
Approva l’accordo firmato da Berlusconi con la Lega anche Mariele Benzi, ex assessore all’Istruzione della giunta di centrodestra, animatrice tre anni fa della scissione del Pdl (poi rientrata) che aveva fatto nascere Brugherio popolare europea. «Per poter portare avanti una proposta politica che non sia solo distruttiva, ma anche propositiva – dichiara -, occorrono, molto banalmente, i numeri per arrivare in quelle posizioni che consentono di lavorare con efficacia e produttività. Questo principio vale sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Tutti i partiti (in questo caso PdL e Lega) hanno questa consapevolezza ed è pertanto inevitabile che si cerchi di valorizzare i punti di incontro rispetto alle divergenze». «Quanto alle ripercussioni sul locale – aggiunge Benzi -, nonostante valga ancora il principio dei numeri, è presto per poterne parlare con cognizione di causa. Sicuramente l’esito delle elezioni regionali e nazionali influenzerà le scelte politiche future».
Decisamente defilata, infine, l’area dei cattolici del Pdl brugherese che per la loro vita personale fanno riferimento a Comunione e liberazione. Nessuno si esprime in questi giorni pubblicamente sul rinnovato asse con il Carroccio. Ma è significativo che un esponente di spicco sul piano nazionale come Mario Mauro abbia annunciato di lasciare il Pdl e di voler sostenere la candidatura alla Regione di Gabriele Albertini e a livello nazionale quella di Mario Monti. Sebbene dunque le bocche restino cucite, sembra che a Brugherio risquota più successo la posizione di Mauro rispetto a che quella dello storico leader Roberto Formigoni, che invece ha deciso di rimanere fedele al cavaliere e appoggerà Maroni. Sostanzialmente impossibile, quindi, pensare di rivedere tra qualche mese sotto lo stesso tetto il leghista Ronchi e l’ex vicesindaco Carlo Nava.

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