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Noi Brugherio

Alessandro Vergani, da Brugherio a Schwabisch Hall, fino al tetto d’Europa, grazie al football americano.

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Alessandro Vergani, da Brugherio a Schwabisch Hall, fino al tetto d’Europa, grazie al football americano.

Alessandro, giovane ingegnerie di Brugherio, è diventato campione d’Europa grazie alla vittoria ottenuta con la maglia della Nazionale sulla Svezia, nella finale del campionato europeo di football americano

Se mai l’azzurro è stato più azzurro di questo 2021, nello sport, Brugherio dal canto suo può vantare il suo ennesimo, più recente Campione d’Europa. Questa volta è il turno del football americano e di un ragazzone di 31 anni. Un ingegnere che si laurea nel 2017, va a vivere in una città non lontana da Stoccarda, vincendo con la squadra locale, gli Unicorns,  tutto quello che è possibile vincere, nel continente. Lui è Alessandro Vergani e questa è la sua storia.

Come si sta in Germania?

Si sta molto bene, la qualità della vita è molto alta, abbiamo una casetta in affitto nel centro del paese, che è più o meno delle stesse dimensioni di Brugherio. Non essendo stato bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale ha mantenuto integra la sua struttura architettonica caratteristica.

E Come si sta da Campioni d’Europa?

Sono molto felice e orgoglioso della nostra prestazione. Rappresentare L’Italia è una emozione che supera qualsiasi altra, a livello di club.

Tra l’altro sei campione d’Europa anche per club, corretto?

Esatto con gli Unicors, abbiamo vinto il titolo a giugno.

Immagino quindi siate anche campioni di Germania

Purtroppo no, abbiamo perso la finale lo scorso ottobre.

In quale città vivi con la tua consorte?

A Schwabisch Hall, a circa quaranta minuti da Stoccarda.

Come è nata questa opportunità?

Niccola Zancan, allora mia fidanzata e mia attuale moglie, studiava vicino a Stoccarda, così nel 2017 decidemmo di fare una esperienza lavorativa all’estero. In Germania abbiamo trovato le risposte alle nostre esigenze sia lavorative, che sportive. Quando il coach degli Unicorns mi ha invitato a provare, non ho avuto esitazioni.

Quindi nella vita fai altro, non sei uno sportivo a tempo pieno?

Io sono prima di tutto un ingegnere, come mia moglie, lavoro per una azienda che produce ventilatori e che ha sede anche in Italia. Faccio parte del team di ricerca e sviluppo.

Quale è stata la tua scuola di football?

Ho iniziato nei Daemons di Cernusco sul Naviglio, poi nel 2014 sono andato a giocare a Parma, continuando però ad abitare a Milano. Nel 2015 sono tornato a Milano in pianta stabile perché volevo laurearmi e non potevo più fare avanti e indietro. Ho Giocando per i Rhinos per tre stagioni, prima di lasciare l’Italia.

Non sapevo ci fosse una scuola di football così di successo, è il terzo titolo continentale per la Nazionale uno in più rispetto a quella del calcio

Negli anni Ottanta l’Italia era molto competitiva, un po’ grazie alle basi americane presenti sul nostro territorio, un po’ per il fascino che la cultura Usa esercitava a quel tempo. Poi negli anni Novanta e Duemila siamo stati scavalcati da altri Paesi. Negli ultimi 10 anni invece si è tornato a investire nel settore giovanile. Per investire intendo che ci sono società che fanno molti sforzi nello sviluppo di questo sport, non certo iniezioni di denaro nel movimento. Non ce ne sono di soldi.

Spiegaci in quale ruolo giochi e in cosa consiste il tuo compito in campo

Io gioco in linea d’attacco, la prima linea. Il mio compito è proteggere il quarterback in modo che si sviluppi l’azione di lancio e cercare di aprire i buchi nella difesa per far si che si sviluppino le azioni di corsa. Sono quello che apre la spazi, la palla non la vedo mai

Quando hai capito che eri bravo?

Nel 2011/12 sono stato convocato per la prima volta nazionale, ho capito che me la cavavo. Da quel momento ho sempre cercato di migliorare, cercando competere a livello sempre più alto.

Parlaci della finale, quando hai capito che potevate vincere?

Pochi giorni prima della finale, in un video realizzato per la federazione italiana di football, ho dichiarato che saremmo andati in Svezia a spaccare il c…. agli avversari, e così abbiamo fatto. Abbiamo dominato la partita in tutte le fasi di gioco, a metà tempo eravamo già sul 34-0.

Raccontami anche della finale della Coppa Campioni

Si è disputata il 26 giungo in Austria, contro Innsbruck. Giocavamo in casa loro. Abbiamo vinto negli ultimi 30 secondi. Nel primo tempo eravamo sotto 21-7, poi il coach ci ha fatto un discorso che ha cambiato la nostra partita. Segnando nell’ultima azione della partita, a 30 secondi dalla fine. Il giorno prima mi ero sposato, 5 ore dopo la cerimonia ho lasciato Niccola a casa ed in macchina mi sono diretto verso verso in Innsbruck. Se avessimo perso mi sarebbero girate davvero le scatole. La vittoria è dedicata anche a lei.

Ti sei fatto una idea del perché il 2021 sia stato così ricco di successi per lo sport italiano?

Con Niccola, scherzando, diciamo che è stato perché i Ferragnez hanno chiamato la loro figlia Vittoria. Parlando più seriamente, credo che il fatto che l’Italia sia stato uno dei Paesi più gravemente colpiti dal Covid, abbia amplificato la voglia di dare il massimo degli sportivi, e attraverso la competizione cercare una sorta di rivalsa.

Nel 2023 l’Italia giocherà i mondiali: immagino che giocare la finale con gli Usa sia il vostro sogno?

Il nostro sogno è vincere, nulla è impossibile. Giocare contro gli Stati Uniti sarebbe incredibile, spettacolare.

Hai mai assistito a una partita di NFL?

No, purtroppo non sono mai stato negli Usa, ma appena sarà un po’ più agevole viaggiare, vorremo andare in California.

Sei in Germania ora?

Sono rientrato il giorno dopo la finale, dopo veloce puntata a Brugherio per salutare amici e parenti

Ti manca Brugherio?

Devo dire a volte si’ la mia famiglia e gli amici sono lì, non possono non mancarmi. Ma più di tutto mi manca la spontaneità degli italiani, i tedeschi sono un po’ schematici.

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