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Guido, il gesto è eroico e normale: «Così ho donato il midollo»

Guido Bonissi
Guido Bonissi

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Guido, il gesto è eroico e normale: «Così ho donato il midollo»

«La tanto attesa chiamata»: ecco come Guido Bonissi definisce la telefonata ricevuta qualche giorno dopo il suo compleanno, che gli comunica la compatibilità con un paziente bisognoso di midollo osseo.

Ventitreenne brugherese, Bonissi è un esempio di generosità non da poco. Dona sangue presso Avis da quando ha diciotto anni e a diciannove, sempre più deciso a contribuire, durante una donazione di sangue di routine, prende la decisione di iscriversi al Registro Donatori del Midollo Osseo (IBDMR) e si fa prelevare giusto «un paio di provette in più di sangue per tipizzarsi», racconta lui stesso. «La motivazione – rivela – mi è stata trasmessa da alcuni membri della mia famiglia già iscritti al registro, anche se non hanno mai trovato una persona compatibile». Spiega, infatti, che dalla maggiore età è possibile iscriversi al registro e che fino ai 55 anni si può essere chiamati per una donazione. 

Gli accertamenti

In un mese Bonissi si sottopone a tutti gli accertamenti e procede con l’operazione. «Ormai la medicina è talmente avanti – afferma – che ci sono addirittura due metodologie per prelevare il midollo»: prelievo di sangue periferico in aferesi (utilizzato 8 volte su 10) oppure il prelievo del midollo dalle ossa del bacino.

Primo metodo 

Per quanto riguarda il primo metodo, è previsto un ciclo di trattamento che inizia cinque giorni prima dell’operazione, con la somministrazione di un farmaco per stimolare la crescita di cellule staminali nel midollo e il loro passaggio al sangue periferico. Il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile, viene poi separato in una centrifuga: le cellule utili al trapianto vengono isolate e raccolte in una sacca, mentre il resto viene rinfuso nel braccio opposto.

Il midollo si rigenera

Il secondo metodo, invece, è quello a cui è stato sottoposto Guido (anche se ormai in disuso): un intervento chirurgico sotto anestesia generale o epidurale, con una durata media di 45 minuti. Dopo il prelievo, il donatore rimane sotto osservazione per 24 o 48 ore. Il midollo osseo prelevato si rigenera spontaneamente in poco più di una settimana.

Duemila aspettano il trapianto

Si legge sul sito del Policlinico di Milano che ogni anno in Italia circa 2mila persone necessitano di un trapianto di midollo osseo per trattare malattie come tumori del sangue, leucemie, linfomi e mieloma. Tuttavia, la compatibilità in queste operazioni è molto rara: si verifica una volta su quattro tra fratelli e sorelle (mai tra genitori e figli) e solamente 1 volta su 100 mila (pari allo 0,001%) tra individui non consanguinei.

«Non conoscerò la persona a cui ho donato»

Sui social, Bonissi ha condiviso la sua esperienza e invita a scoprire www.admolombardia.org e le relative pagine social per conoscere e sostenere l’importanza delle donazioni di midollo osseo. «Qualche amico si è informato e poi iscritto al registro», assicura, ma per il giovane donatore è importante continuare ad incoraggiare tutti a tipizzare il proprio DNA poiché «ci sono persone che hanno bisogno di questa operazione, ma non trovano la propria compatibilità perché magari non è iscritta al registro».

È così conclude: «Io non conoscerò mai la persona a cui ho donato, ma saprò che ho fatto il possibile per salvargli o salvarle la vita».

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