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Suor Gloria Riva, la brugherese che predica a Papa Leone XIV
Suor Maria Gloria Riva, religiosa della comunità monastica delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento e notissimo volto brugherese, il 9 giugno ha esposto la sua meditazione a Roma in Aula Paolo VI di fronte a Papa Leone XIV e a diversi cardinali, vescovi e sacerdoti. Nella sala gremita, la stessa in cui il Pontefice ogni mercoledì tiene udienza generale, la suora ha richiamato la grande bellezza della Croce che “ci salverà”. Un messaggio semplice quanto forte, dal richiamo particolarmente significativo in occasione del “Giubileo della Santa Sede”, le cui celebrazioni si sono appunto svolte lunedì 9 giugno.
Un importante incarico, quello della meditazione in Aula Paolo VI, affidato ancora all’epoca alla suora da Papa Francesco e da monsignor Rino Fisichella, arcivescovo e responsabile dell’organizzazione del Giubileo e pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.
Suor Gloria ha esordito richiamando la sua esperienza personale: “L’eternità ci sta di fronte. Sta di fronte a chi crede e a chi non crede. L’eternità sta di fronte all’umanità. E lo dico con consapevolezza perché a vent’anni quando la mia fede era ancora debolissima e infangata da molte illusioni dell’uomo moderno, ho vissuto un’esperienza di pre morte e ho visto aprirsi davanti a me la falla dell’eternità, che cambia la vita, che cambia la prospettiva. L’eternità ci sta di fronte e se lavoriamo per orizzonti brevi e mediocri lavoriamo invano. Occorre lavorare per l’orizzonte grande della vita, quella che non muore. Vivere chiedendosi in ogni istante se quello che stiamo facendo ci ricollega a quella eternità che è carità ed è verità. Questo è sperare”.
Suor Gloria ha ricordato anche, di fronte al nuovo Papa, i legami che legano il suo ordine allo stesso Leone XIV come la formazione secondo la Regola di Sant’Agostino e l’approvazione, esattamente duecento anni fa della sua comunità da parte del Sommo Pontefice Leone XII.
Quindi, la meditazione della suora con origini brugheresi, ma attualmente residente da una decina di anni nella Repubblica di San Marino, ha messo in evidenza proprio che “il valore dei piccoli stati, in un mondo globalizzato, oggi è preziosissimo: è un valore da non sciupare e da difendere con tutte le energie possibili. Sono questi piccoli stati che con le loro particolari e antiche tradizioni tengono viva la speranza in un mondo che sta perdendo e rischia di perdere le sue proprie radici storiche”, perché le tradizioni tengono “saldo il filo della speranza”.
Una delle tante immagini evocate dalla suora, ripresa per l’occasione dalle telecamere di TV2000, è stata infine quella della “Madonna di Port Lligat” di Salvador Dalì, dipinta dopo il disastro della bomba di Hiroshima. In un panorama di distruzione e morte, vi sono anche segni di rinascita: un uovo, gli angeli in preghiera, donne incinte. Al centro del corpo di Gesù Bambino, vi è il Pane Eucaristico: ed ecco che si torna con ottimismo, “dalla forza del passato”, ad uno sguardo fiducioso sul futuro, confidando nell’aiuto della Vergine Maria: è quel saldo filo di speranza sul quale siamo chiamati a riporre la nostra fiducia.
Grazie, suor Gloria, per queste profonde meditazioni, e per aver condiviso parte importante della tua esperienza umana.
Giuseppe Sardi
