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Accusa di frode fiscale, sequestro da un milione di euro

Cappello della Guardia di Finanza

Cronaca

Accusa di frode fiscale, sequestro da un milione di euro

La Procura di Monza ha disposto il sequestro di beni per circa 1 milione di euro nei confronti di un’azienda brugherese della quale la Procura non ha reso noto il nome. 

Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Monza, è stato eseguito dai militari della Guardia di finanza lo scorso 12 maggio. La confisca ha riguardato sia direttamente denaro che altri beni mobili ed immobili, oltre a disponibilità finanziarie riconducibili a due amministratori, indagati per una presunta frode fiscale che la Procura definisce di rilevante entità.

Secondo quanto risulta, l’indagine sarebbe partita da un sospetto di bancarotta fraudolenta di una diversa impresa, che avrebbe spinto le Fiamme Gialle ad approfondire le indagini. L’attività investigativa si è così sviluppata anche attraverso indagini finanziarie, analisi forensi e l’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette ai fini antiriciclaggio. Sarebbero state così individuate due società “cartiere”, vale a dire società che emettono fatture per operazioni inesistenti. Producono, insomma, soltanto carte contabili. Secondo le indagini, sarebbero state inadempienti agli obblighi fiscali ed artefici di un giro di emissione di false fatture per oltre 2,5 milioni di euro. Queste avrebbero consentito all’azienda brugherese, sempre secondo l’accusa, di ottenere in 4 anni un illecito risparmio d’imposta per circa un milione di euro. La cifra, appunto, per la quale è scattato il sequestro di denaro e beni. Tra questi, anche una villa e due appartamenti nelle province di Torino, Bergamo e La Spezia. Il Tribunale valuterà la fondatezza delle accuse: i tempi del processo al momento non sono noti.

L’azione, commentano i vertici della Guardia di Finanza monzese, «testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, ai fini della repressione delle frodi fiscali, costituenti un grave ostacolo allo sviluppo economico del Paese e della conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, per restituirli a beneficio della collettività».

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