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Denise Rega “L’atletica è meravigliosa”.

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Denise Rega “L’atletica è meravigliosa”.

Denise Rega, 24 anni, studentessa e atleta, ci racconta il suo 2021 ricco di soddisfazioni nella sua disciplina sportiva, i 400 metri, dopo l’anno sabbatico che si era concessa, a causa dell’eccessivo stress psicologico.

Non è la prima volta che un atleta riesce a cogliere i suoi migliori risultati proprio quando meno se lo aspetta. È ciò che accaduto a Denise Rega, 24 anni, studentessa universitaria e velocista, croce ma soprattutto delizia del suo allenatore, Alessandro Staglianò. All’età di 12 anni, su consiglio del professore di educazione fisica, la mamma la porta al Gruppo Sportivo Atletica Brugherio per iscriverla, tenendo a precisare che “La bambina corre i 60 metri in 8 secondi e 20. Tra lo scetticismo generale la piccola Denise viene messa alla prova, e al primo tentativo su una pista di atletica, stacca un tempo di 8”19. Alessandro se lo ricorda ancora: ”Ho pensato che la ragazza fosse roba seria”.

A causa di una particolare situazione di stress emotivo dovuta in parte anche alla pandemia, non era più sicura di voler continuare correre, così si è presa un anno sabbatico. È tornata ad allenarsi nei primi mesi del 2021 e alle prime apparizioni in gare ufficiali, invece di faticare per il lungo stop, ha letteralmente volato. Sigla un tempo di 55”70 sui 400 metri all’arena civica di Milano, poi alla seconda uscita ferma il cronometro a 55,05, suo miglior tempo personale che non veniva ritoccato dal 2019. Alla terza uscita, a Saronno, abbassa il suo limite a 54”29 giungendo quindicesima assoluta all’interno di una gara estremamente veloce, in cui si selezionavano le atlete che avrebbero fatto parte della staffetta ai campionati mondiali. Ma facciamoci raccontare da lei il proseguo di questa sua esaltante stagione.

Ci sono poi tati i campionati italiani assoluti, a Rovereto.

In quell’occasione speravo di fare meglio, ma nel corso della mia batteria soffiava un gran vento a sfavore. Avevo il tempo minimo anche per partecipare alla gara dei 200 metri. Anche qui c’è una bella storia dietro: avevo un personale di 24”56 centesimi, siglato nel 2014. Quindi non lo abbassavo da molti anni. Il tempo minimo per partecipare era stato fissato a 24”55. Bene, ho staccato un tempo di 24”54. A Rovereto avrei voluto ripetermi, senza però riuscirvi. Ero comunque molto soddisfatta di aver potuto prendere parte a due gare.

Vi è stato un cambiamento nella metodologia di allenamento, che ti ha particolarmente giovato?

Non proprio un cambio di metodo. Quello l’avevamo messo in atto due anni fa, ma con me non funzionava, accusavo maggiore stress. Così siamo tornati sui nostri passi. Alessandro ha capito che avevo bisogno di approcciarmi in maniera diversa agli allenamenti, badare anche al divertimento.

Cosa, in particolare, ti stressava?

Avevo allenamenti sempre uguali, ripetute molto lunghe che dovevo fare da sola, dopo un po’ non ho più retto a livello psicologico. Mi sono allenata spesso da sola ma farlo sempre per me, non è possibile.

Ha corso sempre distanze brevi?

Si, sempre. Nella mia carriera ho corso i 100, i 200 e da tre anni mi cimento nei 400 metri.

Senti che è la “tua” gara?

Purtroppo si!

Perché purtroppo?

È una gara bellissima in realtà, ma davvero molto dura. Lo chiamano il giro della morte.

Il successo dell’atletica italiana alle Olimpiadi ti ha stimolata?

Non posso dire che mi abbia spronato al punto da dire che vorrei partecipare alle prossime. Ho 24 anni e nel 2024 saranno 27, molto difficile anche solo immaginare di andare a Parigi. Comunque mi ha fatto molto piacere, l’atletica leggera è un sport…”silente”, che ha poco risalto attraverso i media, ma è davvero un mondo bellissimo.

Finale dei 300 metri, campionati italiani categoria cadette, a Jesolo. Cosa succede quel giorno?

Succede che ero la favorita, avevo corso molto bene le mie batterie e volevo vincere. Sono partita molto forte, ma sul finale non riuscivo più a respirare. Due avversarie mi superarono, arrivai terza. Quel giorno ho scoperto che soffrivo di asma. Sono tutt’ora in terapia medicinale.

Pensi che abbia condizionato le tue prestazioni?

Solo in quella occasione.

Ti consideri una atleta di alto livello?

Di discreto livello. Ho sempre ambito ad essere competitiva a livello internazionale.

Qual è l’obbiettivo per la prossima stagione?

Mi cimenterò sicuramente nuovamente nel salto in lungo e nei 400 metri. Credo di avere ampi margini di miglioramento in entrambe le discipline. Sono molto stimolata da questa prospettiva. E non voglio trascurare i 200 metri.

A febbraio ci saranno i campionati italiani assoluti indoor. A quante gare pensi di partecipare?

La partecipazione ai 400 metri è garantita. I 200 indoor non si disputano. Vorrei fare anche il salto il lungo, ma Alessandro non la sa ancora….

A quali risultati ambisci?

Vorrei scendere sotto il muro dei 54 secondi nei 400 metri. E ti dirò di più: vorrei fermare il cronometro nei pressi dei 53”50 centesimi. Sento che è nelle mie corde. Forse potrei anche fare meglio.

Come vivi la competizione con le altre atlete?

Dipende dalle persone. Si instaurano rapporti di amore verso alcune, di odio sportivo verso altre, ma molto dipende anche dai risultati. Comunque, in senso generale, mi farebbe bene essere più cattiva, agonisticamente parlando.

Con quale delle tue avversarie senti la rivalità più accesa?

Alessia Niotta, per quanto concerne i 200 metri, mentre nei 400 metri non saprei. Non vi sono, da parte mia, rivalità particolarmente sentite al momento.

Pensi che il meglio debba ancora venire, in ambito sportivo?

Si, per fortuna/purtroppo. Purtroppo, perché avrei potuto raggiungere prima certi risultati. Credo altresì che facciano parte della mia maturazione a livello personale, quindi era necessario aspettare.

La tua famiglia cosa dice di questi tuoi recenti progressi?

(Risata nervosa) La mia famiglia è abbastanza impegnata. Quando ero piccola sono stata molto seguita, poi piano piano ha iniziato a essere meno presenti. Credo che non capisse l’atletica fino in fondo. Non mi sento molto compresa da questo punto di vista.

Questo ti dispiace?

Si, ma non troppo. Non cerco la loro approvazione a tutti i costi.

Pensi abbia influito sui tuoi risultati questo atteggiamento?

Penso che se avessi potuto contare su una maggiore tranquillità, in passato, avrei potuto fare meglio.

Per concludere: che studi stai frequentando?

Scienze motorie, alla Statale di Milano. Mi mancano due esami, poi a marzo discuterò la tesi. Argomento? L’ansia da prestazione, tema che conosco bene.

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