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I farmacisti della città uniti: «Danno d’immagine»

Cronaca

I farmacisti della città uniti: «Danno d’immagine»

Ha toccato sul vivo i farmacisti della città, la vicenda accaduta nel mese di luglio che ha visto come protagonista un medico di famiglia brugherese. Da quanto sarebbe emerso dalle indagini (ora concluse da un punto di vista investigativo) condotte dal Comando della Polizia locale di via Quarto in sinergia con la Procura di Monza, “la donna – avevano fatto sapere dalla Polizia locale – , medico di base, prescriveva regolarmente farmaci e terapie ai propri pazienti, e qui nulla da dire, ma di fatto offriva illecitamente anche la consegna/vendita delle medicine presso il suo studio (anziché indirizzare i pazienti per l’acquisto alle farmacie), procurati dal marito farmacista, titolare di una farmacia rurale in Val Seriana”.

«Rapporto di fiducia»
In attesa degli eventuali esiti processuali, per i quali è immaginabile ci sia da aspettare mesi, i farmacisti della città sono concordi nel ritenere di aver avuto dalla vicenda «un danno d’immagine, perché – sottolineano – con i nostri pazienti cerchiamo di instaurare un rapporto di fiducia sempre nell’ottica di tutelare la loro salute, garantendo che il farmaco che viene acquistato è controllato sotto ogni punto di vista, dalla conservazione fino al momento della vendita».

«Ruolo fondamentale»
A supportare la presa di posizione dei professionisti brugheresi (delle strutture private e comunali) anche la dottoressa Annarosa Racca, presidente di Federfarma, giunta a Brugherio per ribadire l’importante ruolo delle farmacie territoriali e sottolineare a quali rigorosi controlli sono sottoposti gli specialisti e le farmacie: «C’è una farmacia in ogni comune italiano; il loro ruolo a livello territoriale è fondamentale. Il farmacista ha il compito non solo di dispensare farmaci, ma ha anche una funzione sociale altissima perché entra in contatto diretto con il cittadino e si prende carico della sua salute. Io dico che non dobbiamo difendere l’indifendibile: se un nostro collega ha sbagliato, è giusto sia messo davanti ai fatti». Per questo, ha sottolineato, «la farmacia resta l’unico e il solo luogo preposto per l’acquisto dei farmaci, perché garantisce al paziente tutti i controlli possibili sulla conservazione del medicinale». Se dunque da una parte «le farmacie di Brugherio sono estranee alla vicenda e continuano a svolgere il loro lavoro come sempre nel rispetto delle norme», secondo la dottoressa Racca «l’altra parte lesa nella vicenda è il cittadino perché sono state danneggiate la sua dignità e la sua libertà mettendone a rischio la salute».

«Problema di salute»
Per i farmacisti, l’aspetto più spiacevole della vicenda è che «sia andata di mezzo la salute pubblica. Se un farmaco viene alterato nella migliore delle ipotesi non fa danni, ma magari non fa più effetto; e la cosa peggiore è che si sia diffusa l’idea fra i cittadini che anche noi fossimo coinvolti nella vicenda».

Villa: «Non è un’indagine di categoria»
Il comandante della Polizia locale Pierangelo Villa ha voluto ribadire: «Mi sento di dire ai farmacisti di Brugherio che hanno i loro buoni motivi di risentirsi per quello che è accaduto, e che certamente sono estranei alla vicenda. Vorrei chiarire che la nostra indagine non ha riguardato la categoria dei farmacisti tanto è vero che la nostra azione è andata a colpire il singolo individuo e non l’intera categoria. Noi non abbiamo agito né in nome e per conto dei farmacisti né contro i farmacisti noi abbiamo agito in nome e per conto del rispetto delle regole e anche a tutela del consumatore e dove c’è qualcuno che sbaglia ne deve rispondere personalmente. I cittadini possono continuare ad affidarsi come sempre ai professionisti del territorio che hanno sempre svolto il loro lavoro con serietà nel rispetto della legge e considerare la farmacia il solo e unico luogo preposto alla conservazione e vendita dei farmaci».

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