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Cem Ambiente – Bea. Virtuani: nasce un colosso della raccolta e smaltimento rifiuti. Magni: è la strada giusta, ma attenti ai lavoratori

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Cem Ambiente – Bea. Virtuani: nasce un colosso della raccolta e smaltimento rifiuti. Magni: è la strada giusta, ma attenti ai lavoratori

Camion di Cem Ambiente per la raccolta e la compattazione dei rifiuti. foto da cemambiente.it

La fusione tra Cem Ambiente e Bea “avverrà al massimo entro due anni”. Ne sono certi i vertici di Cem, che lo rendono noto oggi in un comunicato stampa.
La sospensione dello scambio di azioni avvenuta a dicembre (definito oggi “passaggio non indispensabile”), se anche si rivelasse uno stop definitivo, porterà “allo studio di soluzioni alternative e a nuove valutazioni”. Finalizzate “al progetto finale di fusione” delle due aziende di raccolta e trattamento rifiuti con sede a Cavenago e a Desio.
Insomma, “si procederà comunque”.

Virtuani: Economie di scala e razionalizzazione
«Ne uscirà un colosso locale della gestione dei rifiuti (Cem serve 51 città, Bea 12 e possiede l’inceneritore di Desio ndr) in grado di operare economie di scala migliorando i servizi e riducendo i costi a carico degli utenti: i cittadini dei Comuni soci di Cem, tra cui Brugherio». Ne è convinto Pietro Virtuani, consigliere comunale brugherese, segretario del Pd provinciale, consigliere provinciale di Monza e Brianza con delega all’Ambiente.

Pietro Virtuani (foto di Giovanni Visini)

«Operazioni simili – sostiene Virtuani – sono state già completate con successo in situazioni analoghe alla nostra, ad esempio in Emilia Romagna». A ciò si aggiunge l’obiettivo politico, precisa il segretario, «di ridurre, razionalizzandolo, l’altissimo numero delle società pubbliche. Ce lo chiede il Governo Renzi, che ne ha identificate più di 8mila in tutta Italia».
Il business dei rifiuti è redditizio, sottolinea Virtuani, «ma non può essere solo a scopo affaristico. Ecco perché è importante sia gestito da un’azienda pubblica: per mettere, davanti al lucro, l’innovazione, la salute, la tutela dell’ambiente». Al contrario «si rischierebbe di avere, anziché un unico gestore, tanti piccoli privati interessati, legittimamente, ai loro affari, in un ambito delicato».
E allora «non è meglio – si chiede, retoricamente, in risposta anche alle critiche che vorrebbero l’operazione poco conveniente a Cem – se ad esempio Cem diventa proprietario e utilizza l’inceneritore di Bea, che possiamo controllare tutti con attenzione, piuttosto che inviare i rifiuti a strutture private, pagandole, come accade oggi?».

51 Comuni soci, 460mila utenti
Cem Ambiente è proprietà della Provincia di Milano, della Provincia di Monza e Brianza e di 51 Comuni dell’Est Milanese per un bacino di circa 460.000 abitanti. Ciascuna città detiene piccole quote proporzionali alla propria popolazione. All’assemblea dei soci partecipano, e votano, i sindaci o loro delegati.
A dicembre ha detto sì all’aggregazione Cem-Bea il 61% dei soci presenti (contavano per l’81,6% delle quote). Si è opposta Cassina de’ Pecchi. Astenuti Arese, Corezzana, Aicurzio, Villasanta e Brugherio.

Magni: Questa è la strada, adesso attenzione ai lavoratori
«Siamo d’accordo nel merito della collaborazione finalizzata alla fusione» assicura l’assessore Marco Magni, rappresentante della nostra città in assemblea. «Ma a seguito della sospensione dello scambio azionario ci sembrava il caso di ripetere la procedura anziché semplicemente correggere, al momento, il documento da votare».

Marco Magni

L’unione delle due aziende, prosegue Magni, «è al momento la strada da imboccare. Sapremo tra qualche anno se si tratta di una scelta vincente, ma è la direzione in cui si stanno muovendo un po’ tutti, quindi è giusto essere fiduciosi. Piuttosto. Attenzione ai lavoratori. Sono loro da tutelare nell’operazione».
I prossimi passi, ricordano da Cem, sono “la verifica tecnico-giuridica del percorso da seguire da parte delle due società”. Seguirà “la costituzione del gruppo di lavoro”, con il compito tra le altre cose di “definire il valore societario (fase detta di “due diligence”)”.
Azioni preparatorie alla “fusione vera e propria” che “dovrà essere approvata nuovamente in assemblea dei soci per il via libera finale”.

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