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Manzoni: «Tolgo il sale dall’acqua di mare». L’invenzione, premiata, dello studente brugherese

Cronaca

Manzoni: «Tolgo il sale dall’acqua di mare». L’invenzione, premiata, dello studente brugherese

Fabio Manzoni (a destra) con le compagne Rhonnalene Carpio e Bozhena Sotnyk e il professore Mariano Calatozzolo

 

Un dissalatore di acqua di mare mediante celle elettrochimiche microbiche. Con questa creazione, il brugherese diciassettenne Fabio Manzoni ha ottenuto l’attestato di merito al concorso “Giovani e le scienze”, proposto dalla Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche (Fast). Un’invenzione importante, realizzata insieme alle compagne di classe Rhonnalene Carpio e Bozhena Sotnyk, che gli è valsa il riconoscimento di merito da parte del presidente della Fast.

Il funzionamento
«Il progetto è partito quando siamo venuti a conoscenza di queste celle – racconta Fabio -. Abbiamo messo insieme l’elettrodialisi e queste pile, che abbiamo realizzato noi con dei contenitori di plexigas». Il loro apparecchio, che una volta funzionante è riuscito a rendere l’acqua da salata a dolce, è rimasto esposto per quattro giorni tra gli stand della mostra, tenutasi nella sede della Fast in via Morandi a Milano.
Manzoni, ex studente della scuola elementare Don Camagni e delle scuole medie Kennedy, frequenta ora l’Istituto tecnico industriale Molinari di Milano, indirizzo Chimico. Spiega così il funzionamento dello strumento: «È composto da tre contenitori di plexigas: in quello al cento abbiamo messo acqua salata, negli altri due dell’acqua contente dei batteri e abbiamo diviso le tre camere con membrane semi-permeabili». Il tutto è stato poi collegato a un conduttimetro. «Abbiamo poi nutrito i batteri con una sostanza organica – continua Fabio -. I batteri, nella loro digestione liberano correnti di elettroni, e questi elettroni attraversano l’acqua salata. In questo modo, si crea una differenza di potenziale che fa migrare le particelle dei sali, quelle negative all’anodo e quelle positive al catodo». Un procedimento complicato, che ha impiegato i tre studenti dal gennaio.

Le impressioni
Dalla spiegazione, si capisce che l’apparecchio potrebbe risolvere molte situazioni complicate e di emergenza. «Pensavamo si potesse realizzare un apparecchio portatile, da utilizzare in situazioni di emergenza. Se realizzato a livello industriale poi, avrebbe maggiore resa, ma è difficile da realizzare» spiega ancora Manzoni. La cosa certa è che non è stato facile da realizzare e il riconoscimento ottenuto è tutto meritato. «Non ero sicuro funzionasse, poi quando l’abbiamo testato abbiamo capito che sarebbe andato a buon fine, anche perché è praticmente a costo zero».

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