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Noi Brugherio

Il pranzo per i bambini di Gornja. Una carezza e un sorriso dall’Italia

Comunità Pastorale

Il pranzo per i bambini di Gornja. Una carezza e un sorriso dall’Italia

Un gruppo di brugheresi che ha vissuto l’esperienza di Gornja

L’ansia del primo giorno…le lacrime dell’ultimo…. Questa frase spiega perfettamente le emozioni che si vivono in un’esperienza come quella del Giardino delle Rose Blu, a Gornja Bistra in Croazia.

Il Giardino è un’associazione che si occupa del sostegno all’infanzia o a persone che vivono una situazione di disagio o povertà, principalmente in Italia e nei territori balcanici. In particolare, a Gornja Bistra, comune di circa 7mila abitanti a 30km da Zagabria, è attivo dal 1998 uno dei progetti più di successo dell’associazione. In questo piccolo paese è situato un ospedale pediatrico che ospita circa cento bambini e ragazzi afflitti da malattie genetiche.

Durante tutto l’anno, numerosi volontari italiani dedicano una settimana della loro vita a questi bambini, restando vicino a loro e accompagnandoli nella giornata con giochi, carezze e sorrisi. Basta poco per far felici queste piccole creature che, senza l’aiuto dei volontari italiani, sarebbero costrette a letto per l’intera giornata.

Brugherio ha un legame molto forte con questa realtà, e ogni anno vari gruppi di ragazzi e adulti partono alla volta dell’ospedale. E proprio per questo, un gruppo di volontari che ha vissuto più volte l’esperienza di Gornja ha voluto organizzare un pranzo di sostegno alle attività del Giardino delle Rose Blu.

Il pranzo si terrà domenica 23 giugno presso l’oratorio San Giuseppe, alle ore 13. Il costo è di 20 euro per gli adulti e di 10 euro per i bambini dai 6 ai 10 anni, e l’incasso verrà devoluto per finanziare l’associazione.Per le iscrizioni è possibile rivolgersi al bar del San Giuseppe dalle 20.30, oppure presso il Centro Fisioterapico di via Fermi 8, tutti i giorni dalle 9 alle 20 e il sabato dalle 9.30 alle 17 (039 877403).

Inoltre, per il mese di agosto il Giardino offre un’importante opportunità per trascorrere dieci giorni in questa realtà. A differenza del resto dell’anno, quando si susseguono gruppi di volontari che si dedicano interamente all’attività coi bambini, nei giorni dal 5 al 16 agosto 2013 viene organizzata una tendopoli nel campo dell’ospedale. Il programma delle attività prevede: l’animazione in ospedale, lavori manuali, servizi al campo ed esperienze sul territorio. La tendopoli è accessibile a giovani, adulti e famiglie.
La quota di partecipazione è di 90 euro per chi si iscrive entro il 30 giugno, mentre per chi si iscrive entro e non oltre il 15 luglio sarà di 100 euro.
Per info: www.ilgiardinodelleroseblu.com

La testimonianza di Arianna Ciravegna e Francesa Gironi: «Una canzone cambia la giornata dei ragazzi»
«E’ sicuro che per udire ci siano solo le orecchie, per vedere solo gli occhi, per parlare solo la bocca, per odorare solo il naso, per toccare solo la pelle?» si chiede la scrittrice francese Anne-Dauphine Julliand, ed è la domanda che nasce nel cuore di chiunque abbia messo piede a Gornja Bistra: per anni impariamo a leggere le emozioni con determinati criteri, a catalogare i rapporti umani secondo certe canoni e a comportarci con gli altri secondo convenzioni sociali. Bastano pochi giorni in compagnia dei ragazzi dell’Ospedale di Gornja per rendersi conto che le emozioni possono viaggiare su binari diversi, che i rapporti più veri, così complessi e impegnativi nella vita quotidiana, nascono da uno sguardo, un abbraccio, un disegno fatto “a modo suo” e che le convenzioni sociali possono essere messe da parte se c’è in gioco la felicità, anche se istantanea, di uno dei 120 angeli di Gornja, e non è poi tanto imbarazzante improvvisare un balletto, per quanto sgraziato sia, o iniziare a cantare a squarciagola anche senza prendere una nota.
Quando, ormai sei anni fa, abbiamo sentito per la prima volta il racconto di chi era stato a Gronja, eravamo tanto attratte da questo progetto quanto terrorizzate: come entrare in contatto con chi non può vedere, chi non può ascoltare, chi può parlare solo con pochi versi o muoversi a fatica? Come far sentire amati questi bimbi così poco abituati a esserlo?
La voglia di fare qualcosa per loro era tanta, impossibile restare impassibili: ci siamo buttate…e subito le nostre preoccupazioni sono sbiadite, grazie proprio alla capacità di questi ragazzi di superare le barriere fisiche ed “entrarti dentro”.
Dopo un inevitabile momento di fatica – Perché tanta sofferenza? Perché questa condanna alla solitudine? – è stato facile mettersi a disposizione di questi ragazzi, per poi rendersi conto che, come sempre, chi ci ha guadagnato siamo state noi.
E ci si rende conto che essere felici e rendere felici gli altri è estremamente semplice: dopo aver cambiato la giornata ad un bambino avendogli solo cantato una canzoncina e aver ricevuto in cambio un sorriso che ti ha scaldato il cuore, fa sorridere pensare alle ansie, ai problemi, ai formalismi – così vuoti – che complicano la nostra vita quotidiana. E allora, non se ne può fare a meno? Certo che si, ce lo hanno insegnato i ragazzi di Gornja Bistra.

La testimonianza di Dominique Sabatini, Marta Pozzebon, Gloria Mauri e Riccardo Pinto: «Tutto ti colpisce»
Come possiamo spiegare le emozioni che si provano imboccando quel vialetto che porta al castello?Tutto è qualcosa di forte, tutto ti tocca, tutto ti colpisce: dalla casetta un po’ sgangherata ai nuovi compagni di viaggio, dall’odore particolare agli occhioni che popolano l’ospedale.
Non c’è niente da fare, Gornja ti entra dentro, ti “abita”, ti cambia e ti arricchisce. Il giro in passeggino per i corridoi dell’ospedale, i tuffi nelle palline colorate, i ritornelli cantati in coro e le semplici carezze, che possono sembrare gesti piccoli e scontati, sono per loro un respiro di vita. Ma tutto ciò è per noi una scossa emotiva che fa tremare il cuore e uno spunto di riflessione su tematiche complesse e a volte lontane, che ci fanno cogliere quel contrasto assordante tra la leggerezza della nostra quotidianità e la loro dura realtà. L’importante però, è condividere questa magia con i compagni di viaggio che si trovano in quella casetta ed essere in grado di portarla nella propria vita di tutti i giorni.

 

 

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