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Bertoli e l’Apologia di Socrate

Cultura

Bertoli e l’Apologia di Socrate

La rassegna “Fuori Pista” dedicata al monologo teatrale porta sul palcoscenico del San Giuseppe un classico della tradizione greca: la “Apologia di Socrate” di Platone.

La “Compagnia Carlo Rivolta” ha individuato in Luciano Bertoli l’erede a cui affidare il testo, curato da Giovanni Reale, e rilanciare il lavoro dello stesso Rivolta, scomparso nel 2008.

L’apologia è il discorso con il quale Socrate si difese dall’accusa di corruzione dei giovani, di non riconoscimento della religione di stato e della conseguente introduzione di nuove divinità.

Il processo si svolte ad Atene nel 399 a.C. e si concluse nel giro di 24 ore con la condanna a morte del filosofo.

I tre accusatori, Meleto, Anito e Licone, erano tre personalità di spicco della vita sociale ed economica ateniese e si proponevano come difensori dello status quo, che loro ritenevano minacciato dalla novità del pensiero socratico, che si rivolgeva direttamente ai giovani e li invitava al ragionamento critico e all’impegno per raggiungere il bene comune, non quello individuale. A giudicare la colpevolezza o l’innocenza di Socrate vennero chiamati 500 cittadini ateniesi.

La popolarità del personaggio trasformò il processo in un evento spettacolare, un vero e proprio “processo del secolo”.

Nella sua apologia, Socrate si rivolse non solo ai propri accusatori, ma all’intera società, che fingeva di non vedere la propria crisi di valori e, messa di fronte alla realtà, non potendo più negare l’evidenza, preferì tappare la bocca a chi ne denunciava i problemi invece di affrontarli.

Condannato a morte, Socrate rivolse un ultimo messaggio ai propri concittadini: «Se credete, col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene; ad un uomo buono, infatti, non può capitare nessun male, né in vita, né in morte».

Come accadde per tutti i suoi discorsi e insegnamenti, Socrate non scrisse la sua difesa: fu il giovane discepolo Platone, presente al processo, che la trascrisse anni dopo e la trasformò in un atto d’accusa contro la corruzione del sistema ateniese, tramandandola alle generazioni future.

“Apologia di Socrate”, Teatro San Giuseppe, martedì 16 aprile, inizio ore 21. Posto unico 10 euro. I biglietti sono disponibili anche online sul sito web del teatro all’indirizzo www.sangiuseppeonline.it.

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