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Verso il pellegrinaggio in Terrasanta: l’esame storico del Santo Sepolcro

L'ingresso della chiesa che contiene il Santo Sepolcro a Gerusalemme (foto di pubblico dominio da Flickr)

Comunità Pastorale

Verso il pellegrinaggio in Terrasanta: l’esame storico del Santo Sepolcro

“Abbiamo aperto il sepolcro di Cristo. Abbiamo rimosso la lastra di marmo che ricopre il letto di roccia e abbiamo svolto una serie di esami per stabilire l’età della pietra dove, secondo la tradizione, è stato deposto il corpo di Cristo. Abbiamo concluso che il letto di roccia è compatibile con l’interpretazione storica”.

Così si è espressa recentemente la professoressa Antonia Moropoulou, del politecnico di Atene e direttrice dei lavori di restauro dell’edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Le notizie sul restauro del luogo più sacro della cristianità saranno uno dei temi affrontati dal francescano padre Francesco Ielpo, commissario della custodia di Terra Santa per il nord Italia, durante l’incontro in preparazione al pellegrinaggio organizzato dalla comunità pastorale dal 17 al 24 agosto prossimi.

Tra gli appuntamenti previsti dal pellegrinaggio ci sarà la visita a Gerusalemme del museo dello Studium Biblicum Franciscanum, l’istituto creato dai francescani per la ricerca sia di natura biblica che di carattere storiografico ed archeologico.  Dello Studium fanno parte i due francescani che hanno partecipato come osservatori al restauro: il professore e grande archeologo padre Eugenio Alliata e il ricercatore  fra Amedeo Ricco.

In una serata al convento di sant’Angelo a Milano, lo scorso 4 giugno, fra Ricco ha raccontato la grande avventura del restauro.

La tradizione vuole infatti che l’imperatore Costantino fece costruire la grande basilica sul luogo dove la madre Elena scoprii i resti del sepolcro di Gesù. Ma era veramente quello il luogo della sepoltura di Gesù? All’epoca il Golgota era il punto più alto di Gerusalemme ma posto al di fuori delle mura della città. Dopo la distruzione del tempio del 70 d.c. I romani, creando le vie principali del cardo e del decumano, allargarono le mura, inglobandolo e facendolo diventare centrale nella città. Per aver maggior dominio Vi costruirono i templi più importanti, come quello di Venere, proprio sul Golgota, dea prediletta dai soldati della X legione che controllava la regione.

La basilica di Costantino venne distrutta una volta che i musulmani conquistarono definitivamente Gerusalemme , dopo il breve periodo Crociato, nei primi secoli del secondo millennio. Solo agli inizi del 1800 i greco ortodossi costruirono l’edicola che ricopre la tomba e che in origine occupava il settore sacro della basilica dietro all’anastasis. Una costruzione pesante nell’architettura ma fragile nella struttura. Il terremoto del 1947 obbligò ad ingabbiarla in una gabbia metallica per evitarne il crollo. Doveva essere un rimedio temporaneo che però è durato fino al 2016, quando grazie agli accordi tra le tre confessioni cristiane presenti nel sacro sepolcro sono potuti iniziare i restauri. L’accordo prevedeva però solo un restauro strutturale senza alcun intervento di natura archeologica. Si è persa così la possibilità di indagare ulteriormente ma alcune informazioni gli esperti archeologi sono riusciti ugualmente ad ottenerle.fil
Si presumeva infatti che le rocce del sepolcro fossero state completamente distrutte od asportate come reliquia nei secoli o a seguito della distruziOne islamica. Invece sotto la lastra che era normalmente visibile è stata trovata un’altra lastra di marmo che copriva la roccia ancora integra , salvo in un punto. Le malte e la seconda lastra risultano alle analisi di epoca vicina al IV secolo d.c. Compatibile quindi con l’epoca in cui venne costruita la basilica costantiniana.

Inoltre le pareti laterali dell’edicola studiate coi sistemi laser, racchiudono delle pareti di roccia. Come  se la tomba,  che si trovava all’interno di una cava vicino al Golgota, avesse perso il tetto ma mantenuto le pareti laterali.

Per ultimo la struttura della tomba rientra tra quelle in uso in epoca romana.
Tutto questo permette quindi di affermare scientificamente che sicuramente il sepolcro venerato a Gerusalemme è quello che i cristiani dei primi secoli veneravano come la tomba di Gesù. Mentre non esistono ancora prove certe che fosse effettivamente quella.

Appuntamento pertanto con padre Francesco Ielpo, giovedì 13 giugno alle 21 presso il salone parrocchiale di Via Italia 1.

 

Roberto Gallon

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