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Noi Brugherio

A Nagoya suonano le nostre campane

Comunità Pastorale

A Nagoya suonano le nostre campane

di Roberto Gallon

Nel 1958 Brugherio invia tre campane in Giappone: destinazione parrocchia di Yaguma a Nagoya. Dal 1952 vi operano i padri carmelitani scalzi. Sono arrivati dalla Cina. Tra di essi il brugherese padre Piergiuseppe Teruzzi. Nel Giappone uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, le zone a cui furono destinati i carmelitani erano tra le più difficili del paese: la penisola di Noto (sul mar del Giappone all’opposto di Tokyo), tra le più povere, e Nagoya, città industriale, oggi sede della Toyota, ma allora con gravi danni a seguito dei bombardamenti americani. Il cristianesimo in Giappone aveva vissuto una fase di grande sviluppo nella seconda metà del Cinquecento dopo l’arrivo di San Francesco Saverio e dei gesuiti. Ma sospettati di influire sull’imperatore per favorire l’arrivo delle potenze occidentali, nel Seicento lo shogun (capo politico e militare) Hideyoshi Tokugawa emise un editto che obbligava i missionari a lasciare il paese. Successivamente iniziarono le persecuzioni contro i cattolici che vennero sterminati ed il Giappone si chiuse in un isolamento che durò fino alla metà dell’Ottocento. E’ solo nel novecento, ed in particolare dopo la II guerra mondiale, che viene garantita la libertà di culto con la nascita delle prime diocesi come quella di Nagasaki nel 1927.

E’ in questo ambito che si trovano ad operare i carmelitani della provincia veneta. Partiti nel 1947 per la Cina. Lavorano per cinque anni con la popolazione cinese delle regioni centrali. Ma subiscono persecuzioni con processi sommari e torture fino a quando il governo di Mao non decide di espellere tutti i missionari. Arrivato in Giappone passando da Hong Kong, padre Piergiuseppe si impegna a far costruire la prima parrocchia carmelitana di Nagoya e per questo chiede aiuto a Brugherio. Nella foto vediamo il parroco di san Bartolomeo don Franco Perlatti che insieme a don Amilcare Tentori, a don Giuseppe Motta (zio di padre Teruzzi e parroco di san Marco a Milano) ed al rappresentante dei carmelitani, benedice le campane sul sagrato della cappella del vecchio oratorio san Giuseppe. Dopo un viaggio per nave di più di due mesi le stesse arrivano a Nagoya accolte dal missionario brugherese e dai parrocchiani.

Padre Furukawa attuale responsabile dei carmelitani a Nagoya conferma che le campane sono ancora a Yaguma. Ma a seguito dei frequenti terremoti che colpiscono il Giappone e stato deciso di collocarle in un luogo protetto per evitare che possano cadere dal campanile sul vicino asilo. Rimangono però un simbolo della volontà di Brugherio che pur nelle difficoltà del tempo era riuscita a dare un contributo all’opera dei missionari che operavano dall’altra parte del mondo.

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