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Noi Brugherio

Padre Giuseppe Fumagalli: «Così, anche oggi, sono missionario»

Padre Giuseppe Fumagalli in una foto di qualche anno fa quando era in missione in Guinea Bissau
Padre Giuseppe Fumagalli in missione in Guinea Bissau in una foto del novembre 2015 con la missionaria laica Prya

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Padre Giuseppe Fumagalli: «Così, anche oggi, sono missionario»

Padre Giuseppe Fumagalli, anche adesso che è residente in Italia per ragioni di salute, non ha perso l’abitudine di scrivere messaggi missionari. Pubblichiamo di seguito alcuni estratti dall’ultimo, che potete leggere integralmente cliccando qui.

Carissimi, tra le domande che mi vengono fatte circa la mia situazione e i miei progetti ce n’è una che ogni tanto fa capolino e suona così: “Adesso che tu ti sei ritirato, quanti sono ancora i missionari di Brugherio?”. Voi lo sapete bene che non mi penso fuori dal gioco, semplicemente il Mister che si chiama Gesù di Nazareth ha deciso di cambiarmi la zona del campo, ma va tutto bene: sono e mi sento missionario a tutti gli effetti anche se non riesco più a “sgambettare” come prima.

Ma come faccio a giustificare agli altri il fatto che mi chiamo “missionario” se non sono più in Africa, anzi non sono più “operativo” nemmeno in Italia? Non mi mettete nel sacco: la risposta ce l’ho e sono sicuro che è giusta perché me la fornisce un suggeritore di lusso, nientemeno che Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Missionaria 2022, messaggio che lui intitola così: “Di me sarete testimoni”.

Questa frase il Papa l’ha colta sulla bocca a Gesù, quando, il mattino di Pasqua, è andato a trovare i suoi apostoli che non sapevano più che pesci pigliare; avevano ricevuto il messaggio che Gesù risorto aveva affidato alle donne andate al sepolcro, ma la paura era ancora tanta e le gambe non volevano smettere di tremare. Gesù non li manda ancora ai confini del mondo: dovranno ricevere prima lo Spirito Santo che li “lancerà in orbita”, ma già adesso possono testimoniare, ancora non con la predicazione, ma con la loro vita che è cambiata, “possono” testimoniare, anzi “devono” testimoniare.

Gesù più volte ha detto di sé: “Io sono la luce del mondo” e l’evangelista Giovanni ce lo ripete più volte, quasi per essere sicuro che ci entri in zucca. Perché poi succede che dice lo stesso anche di chi crede in Lui e lo segue: “Voi siete la luce del mondo!”.

È vero: stando con Gesù, Lui li ha “caricati” della sua luce, che li fa splendenti come stelle per indicare la Via giusta e vera, che si chiama Gesù.

E noi, cristiani del duemila? Abbiamo tantissime cose da fare, magari qualcuna la facciamo anche per Lui, ma non abbiamo più tempo nemmeno di dargli retta, abbiamo tempo per tutto meno che per Lui: figurarsi se ci viene in mente di essere suoi testimoni! Lui ce l’ha detto chiaro, con le parole giuste, cioè non solo “date” testimonianza per me, ma “siate” testimoni”. Qual è la differenza? “Date” se potete, se avete occasione e se non correte pericoli. “Siate” vuol dire che è qualcosa da cui non potete separarvi. Non la camicia, ma la tua pelle: quella puoi metterla e toglierla, questa no, fa parte di te. E l’ha detto a tutti noi battezzati: vale anche per noi.

E ha chiesto a noi di andare a farlo sapere a tutti, non solo con le parole, ma come ha fatto Lui mettendo a nostra volta la vita nelle Sue mani: non andrà persa, garantito!

Padre Giuseppe Fumagalli

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