Connect with us

Noi Brugherio

L’augurio di Pasqua: ascoltiamo la vita, sbucciamo la realtà

I discepoli Pietro e Giovanni al Sepolcro (particolare di icona del monastero di Bose)

città

L’augurio di Pasqua: ascoltiamo la vita, sbucciamo la realtà

di don Luigi Galli Stampino

È abbastanza naturale che anche Giovanni abbia provato un momento di sconforto e di dubbio di fronte alla resurrezione di Gesù dai morti. Egli, infatti, racconta che i discepoli, ogni volta che Gesù annunciava la sua morte e resurrezione, non capivano cosa significasse risorgere dai morti. Giovanni arriva, entra, guarda ma non ha il coraggio di andare nella seconda stanza; nel frattempo arriva Pietro e solo a questo punto Giovanni varca la soglia, e così ‘vide e credette’; espressione tipicamente giovannea, che sarà l’inizio della sua prima lettera. ‘Vedere’, ‘Ascoltare’ e ‘Toccare’ sono i verbi della fede; non esiste una fede frutto solo di un’ascesi interiore o di una ricerca mentale e psicologica. Gesù non lo si incontra con esercizi speciali e difficili, ma ascoltando in profondità la vita di ogni giorno; l’unica fatica richiesta è ‘sbucciare la realtà’ così come si presenta nella sua ruvidità: una realtà che ciascuno deve interpretare, come hanno fatto Pietro e Giovanni. Al racconto del correre al sepolcro di Pietro e Giovanni, segue il brano straordinario che narra dell’incontro di Gesù con la Maddalena. Maria Maddalena è in lacrime perché rivolta all’indietro, ricordando i bei momenti passati con Gesù che le aveva letto nel cuore. Piange perché è commossa al ricordo di Gesù: ‘L’hanno portato via e non so dove l’hanno messo’: non pensa che sia risorto. Lei si trova ancora nella dimensione di un Gesù raggiunto solo dal suo ricordo: non è ancora entrata nella dimensione spirituale.
Si gira e vede un uomo: il giardiniere. Giovanni è molto attento ai particolari ed ha ambientato questo momento sullo sfondo de ‘Il Cantico dei Cantici’. L’incontro con il Risorto avviene nel giardino perché il giardino è il luogo dell’amore. S. Paolo ci aiuta ad interpretare questo nuovo orizzonte: ‘Se un tempo abbiamo conosciuto Gesù secondo la carne, ora lo conosciamo secondo lo spirito’. La Maddalena, come la fanciulla innamorata del Cantico, è piangente nella ricerca del suo amato; essa piange e non vede Gesù perché lo cerca nel passato e nella storia prima della resurrezione. Poi finalmente lo incontra nella voce: ecco il contatto spirituale. Essere chiamata per nome è il linguaggio dell’amore e ciò permette di incontrare Gesù in modo nuovo rispetto a ‘prima’. Solo l’amore fa udire la voce di Gesù che pronuncia il tuo nome.
Bisogna riuscire ad entrare in intimità con Gesù per scoprire che è vivo e presente; nell’intimità riconosco il Crocifisso-Risorto e nello stesso momento scopro che non lo devo trattenere per me perché è un dono da donare. Molti cristiani vorrebbero Gesù solo per sé; questo non è un tipo di amore che non fa incontrare Gesù. L’amore di Gesù non dà una sicurezza da godere, piuttosto consegna una certa inquietudine, perché non sai mai bene come prenderlo; quando però senti la sua voce… ti basta! Lui sa come legarti, come attirarti e, nello stesso tempo, inviarti ai fratelli. Resta una domanda: ‘dov’è per noi, ora, il giardino dell’incontro’? La risposta è semplice: il giardino che permette l’incontro con Gesù risorto è l’Eucaristia. Nella Liturgia è presente lo Spirito dell’Amore che ci accompagna sulla strada che conduce progressivamente alla certezza della resurrezione. Vivere l’Eucaristia guarisce dalla paura della morte e aiuta a godere ogni giorno della vita ‘nell’attesa della sua venuta’.

Continue Reading

More in città

To Top