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Sono arrivati in città 26 adulti e 28 minori in fuga dalla guerra in Ucraina

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Sono arrivati in città 26 adulti e 28 minori in fuga dalla guerra in Ucraina

Secondo quanto riferisce il Comune, alla data di giovedì 17 marzo sono 54 i profughi ucraini che hanno segnalato il proprio arrivo in città: 26 adulti (24 donne e 2 uomini) e 28 minori (12 femmine e 16 maschi).

Sono ospiti di parenti o conoscenti: al momento la mole di arrivi non chiede ancora, spiega il sindaco Marco Troiano, che si attivino procedure di accoglienza speciali quali l’allestimento di palestre o altri spazi comunali. «Ma se ce lo chiedesse la Procura – afferma il sindaco – che coordina l’accoglienza, saremmo pronti ad attivare anche quel fronte».

Email e modulo online

Al momento, il Comune ha attivato un’email (ucraina@comune.brugherio.mb.it) per la segnalazione di disponibilità di posti o dell’arrivo di persone dall’Ucraina e un modulo da compilare, sul sito www.comìune.brugherio.mb.it. «È importante – aggiunge – che chi arriva si segnali, così da avere l’accesso alle cure mediche in caso di bisogno e, nel caso dei bambini, anche alla scuola. Abbiamo a questo proposito integrato il progetto intercultura affinché gli educatori si prendano carico anche degli alunni in arrivo dall’Ucraina». 

Il ruolo delle badanti

La maggior parte dei profughi sono ospiti di famiglie di parenti o conoscenti, mentre 7 sono in locali messi a disposizione della Comunità pastorale Epifania del Signore e coordinati dalla Caritas. «Con la collaborazione della parrocchia San Bartolomeo abbiamo a disposizione un appartamento che può ospitare 10-11 persone – spiega il volontario Livio Campara – Al momento la scelta è stata quella di ospitare solo donne e bambine, anche per dare una continuità ad altre attività che si tengono nell’edificio». Sono dunque tre, le mamme, e quattro i bambini in età scolare giunti in città nelle ultime settimane, lasciandosi alle spalle le macerie della guerra ma anche gli affetti più cari: «Tutti i nuclei familiari presenti hanno lasciato parenti, soprattutto uomini, in Ucraina». E hanno bisogno di tutto, ha continuato Campara: «Sono arrivati senza nulla, e come Caritas brugherese stiamo lavorando in rete con il Comune per soddisfare tutti i loro bisogni». C’è la burocrazia da sistemare, ci sono a volte problemi di comunicazione, c’è la scuola da continuare nel modo più idoneo per i bambini; tutti aspetti a cui i volontari stanno facendo fronte grazie anche all’aiuto di mediatori culturali e di badanti, molte delle quali fonti delle segnalazioni di persone ucraine sul territorio brianzolo: «La figura della badante, che è presente da tempo in Italia, è stata e continua a essere fondamentale per fare da tramite con i profughi che abbiamo in carico – ha commentato Livio – È grazie anche alle loro indicazioni che stiamo valutando altre richieste per completare la disponibilità di accoglienza interna».

«Farli sentire a loro agio»

Nel frattempo, la realtà di volontariato brugherese continua a lavorare in collaborazione con la Caritas diocesana e quella decanale di Monza, oltre che con l’amministrazione comunale, con un occhio ai prossimi mesi e con la premura dei volontari di esercitare l’accoglienza del messaggio evangelico, «per fare sentire le persone bisognose a loro agio, dando loro anche le informazioni che chiedono». 

Carico di emozioni e aperture

Chi fugge dalla guerra, infatti, se è vero che arriva spoglio di beni materiali e di affetti, irrompe con un carico pesante di emozioni e paure, che necessitano di ascolto e comprensione da parte di chi vive il conflitto da lontano: «Le mamme e i bimbi ospiti non vedevano l’ora di essere accolti, di fuggire da quell’orrore. Anche per questo non si sono chiuse nel loro dolore: appena hanno capito di essere sicure si sono aperte e raccontate».

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