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Voti perpetui per il salesiano Avesio, un brugherese a Gerusalemme

Francesco Avesio, al centro, ha professato i voti perpetui di obbedienza, castità e povertà

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Voti perpetui per il salesiano Avesio, un brugherese a Gerusalemme

Il trentasettenne Francesco Avesio è originario di Brugherio, ma si può dire sia cittadino del mondo; principalmente di Gerusalemme, dove si trova da due anni. Per capire meglio il motivo occorre fare molti passi indietro, l’ultimo risale al 12 settembre, quando ha professato i voti perpetui di obbedienza, castità e povertà a Milano, prima di tornare in Israele. Sì perché Francesco è un religioso, un frate salesiano, che da diversi anni è in cammino verso gli ordini sacri, per «diventare, se Dio vorrà, prima diacono e poi sacerdote, tra un paio di anni»

Parlaci del tuo percorso tutto a sfondo salesiano.
Ho frequentato il loro liceo di Sesto San Giovanni, dove ho trovato una vera e propria casa; infatti anche durante l’università ho sempre mantenuto i contatti, e lì sono tornato come insegnante. Durante questo lungo periodo ho iniziato a interrogarmi sulla mia vocazione, grazie anche agli stimoli e alle provocazioni della mia guida spirituale, un salesiano, e nel 2008 mi sono deciso a intraprendere un lungo percorso, di cosiddetto «discernimento», fino al 2014 quando sono entrato in noviziato per un anno. Al termine ho professato i «voti temporanei», entrando a tutti gli effetti nella congregazione salesiana.

Quando hai capito di voler intraprendere una vita consacrata? 
Il sogno di una vita, che era quello di essere un insegnante, non mi bastava più; quello che davo ai ragazzi, e che davo al Signore, era diventato una semplice professione, ma non una scelta di vita totalizzante. Ammetto che durante il mio discernimento ho avuto tantissimi ripensamenti e fughe, ma grazie alla mia guida spirituale e, indirettamente, dei miei alunni, quattro libertà si sono incrociate: la mia, quella dei ragazzi, quella del Signore e quella della Chiesa.

Come sei arrivato a Gerusalemme?
Dopo altri anni di studi filosofici, in cui ho vissuto totalmente in modo totalizzante la vita salesiana, insegnando anche alla loro scuola media, in dialogo con i superiori abbiamo deciso che per la mia formazione umana e spirituale sarebbe stato bello continuare gli studi teologici e la mia vita consacrata a Gerusalemme. Lì abbiamo uno studentato, e la mia giornata si divide tra occupazioni di preghiera, occupazioni di comunità, lezioni, studio pomeridiano, attività della comunità e attività di apostolato nel fine settimana.

Ora che hai professato i voti perpetui cosa ti aspetta?
La professione perpetua consiste nel professare quei voti di obbedienza, castità e povertà per sempre durante una celebrazione eucaristica solenne con rito particolare. È stato molto emozionante. Ad oggi il progetto è quello di tornare in Italia una volta terminati gli studi teologici, dove spero di divenire diacono e quindi sacerdote. Chissà il Signore cosa riserverà al mio futuro!

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