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Verso la mostra su De Pisis. «Non amo i soggetti imposti»

Cultura

Verso la mostra su De Pisis. «Non amo i soggetti imposti»

quadro-de-pisisIl 12 novembre sarà inaugurata nella galleria espositiva della Biblioteca una delle mostre più importanti degli ultimi anni. Raccoglierà infatti opere d’arte pittorica e poesie di Filippo De Pisis, artista italiano tra i più celebri del Novecento che visse l’ultima parte della sua vita a Brugherio.

In città dal 1949 al 1953
Il periodo che va dagli anni 1949 al 1953 vide de Pisis a Villa Fiorita. Sono anni difficili dal punto di vista biografico, ma anche anni di grande produzione artistica e che non a caso la critica artistica considera di grande respiro. In particolare si suol vedere in questo periodo una pittura nuova, de Pisis in questo momento è come se si sentisse svincolato dai suggerimenti e correnti esterne del periodo, che pure continua ad intessere e a partecipare appena gli è possibile. A Villa Fiorita l’artista dipinge in solitaria con i propri tempi e mezzi mentre la vita esterna, i galleristi e critici paiono affacciarsi alla serra di Brugherio per vedere da vicino le condizioni dell’artista e vedere con i propri occhi se ci sono stati dei cambiamenti nello stato d’animo dell’uomo e nelle sue tele.

Sulle sue tele i volti della città
Il tema della natura morta, un genere messo da parte in quest’epoca, viene ripreso da de Pisis divenendo così prezioso ed unico: dopo di lui non sarà più possibile infatti non vedere il tema della natura morta con gli occhi e l’arte di questo grande artista. Artista che in questo periodo percorre quotidianamente le vie brugheresi guardando chi lo circonda per riprodurlo poi sulla tela.

Sui quadri un lavoro che non si vede
“Non amo i quadri a soggetto imposto. L’importante è liberarsene il più possibile, per rispondere all’ispirazione che deve essere soprattutto pittorica. Il pregio della mia tela sta forse nella sua immediatezza di ritmo; lavoro sì, ma che quasi non si vede; forme che rispondano a un minimo di composizione senza che essa alteri lo stile che preferisco oggi di semplicità e di brivido” dichiara l’autore nel gennaio 1949.

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