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Caritas, 1 su 5 chiede vestiti per i bambini

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Caritas, 1 su 5 chiede vestiti per i bambini

caritasNovantasei persone si sono rivolte quest’anno (al 18 ottobre) al Centro d’ascolto della Caritas. Un dato in linea con quello del 2015, quando a fine anno il totale si è fermato a 112.
La maggior parte sono donne: 74, a fronte di 22 uomini. I dati emergono dal resoconto puntuale delle schede che i volontari compilano per ogni persona che si rivolge loro. Si tratta quindi di rilevazioni reali, non di proiezioni o stime, calcolate dai volontari Livio Campara e Gianfranco Rossi. Raccontano di difficoltà che, a Brugherio, si esplicitano soprattutto nell’ambito economico. Il 20,8% degli utenti che hanno bussato a via Filzi 2, hanno trovato una risposta nel babyguardaroba, che ha dato loro abbigliamento per i bambini, pannolini, latte in polvere. Il 18,4% ha espresso il bisogno di un lavoro, il 15,3% lamenta un reddito insufficiente, il 10,4% non riesce a comprare abbastanza alimenti per sé e per la propria famiglia.

Anche quest’anno, uno su tre è italiano: esattamente, il 36,4%, a fronte del 63,6% di stranieri. Un dato in linea con quello degli altri Centri d’ascolto del Nord Italia, che si assesta sul 34,8%. Ben lontano invece dal Sud Italia, dove il rapporto tra stranieri e italiani che si rivolgono alla Caritas è pressoché opposto: i connazionali sono il 66,6%. A Brugherio le nazionalità che più frequentano il Centro d’ascolto, dopo gli italiani, sono i marocchini (8,3%) e gli srilankesi (7,3%).

Lunedì, la Caritas italiana ha reso noti i dati provenienti da 1.649 Centri d’ascolto che si trovano nella nazione: hanno incontrato 190.649 persone. Ne emerge una fotografia di “1 milione 582 mila famiglie che vivono in stato di povertà, un totale di quasi 4,6 milioni di individui, il numero più alto dal 2005”. Le situazioni più problematiche si trovano “nel Mezzogiorno, nelle famiglie con due o più figli minori, nelle famiglie di stranieri, nei nuclei in cui il capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e nelle nuove generazioni”. Il vecchio modello di povertà italiano è stravolto: “Oggi – si legge nel rapporto – la povertà diminuisce con l’aumentare dell’età delle persone”. Evidente segno della crisi el lavoro. Tra i beneficiari dell’affiancamento “il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%), poi la licenza elementare (16,8%), la licenza di scuola superiore (16,5%). I bisogni più richiesti, a livello nazionale, sono la povertà economica (76,9%), il disagio occupazionale (57,2%), i problemi abitativi (25%) e familiari (13%).

Caritas italiana, e la sua sezione brugherese, affiancano chi ha bisogno dando risposte immediate, quando possono. È il caso degli abiti per i bimbi, o di un pacco alimentare. Oppure, indirizzano verso strutture più adeguate, nei casi più complessi di ricerca di casa o lavoro. In ogni caso, cercano di accompagnare tutti, senza far mancare un sorriso e umanità a chi bussa alla porta di via Filzi, 2.

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