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Noi Brugherio

150esimo: 1938, il fascista Starace allena i giovani Littori

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150esimo: 1938, il fascista Starace allena i giovani Littori

Il 15 ottobre 1938 il Segretario del Partito Nazionale Fascista Achille Starace, in trasferta a Milano, pensò di fare una visita “inattesa” a Brugherio, per verificare lo stato di salute e la preparazione fisica della locale G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio), che proprio in quelle giornate, guarda caso, stava intensificando le esercitazioni premilitari.

In visita alla Gioventù Italiana del Littorio
La venuta del gerarca a Brugherio era in realtà annunciata da tempo, perché anche qui erano in programma (e ampiamente concordate) le “ispezioni” disposte dal comandante federale Rino Parenti. Comunque, secondo le corrispondenze dei giornali nazionali, Starace a Brugherio ebbe la soddisfazione di notare che gli effettivi erano tutti presenti e s’intrattenne a lungo con ufficiali e sottufficiali della milizia, “suscitando l’entusiasmo dei giovani balilla”.

Si vantava di essere uomo d’azione e sportivo
Da uomo d’azione quale si vantava di essere, Starace (che ricopriva anche l’incarico di Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano), seguito dal solito codazzo di gerarchi in orbace, assunse pure per alcuni minuti il comando delle operazioni, obbligando la baldanzosa truppa a svolgere qualche evoluzione sportiva e saggio ginnico. Dopo la verifica svolta nel nostro comune, il “mastino” del fascismo si recò pure a Vimercate, per sondare la condizione atletica di un’altra compagnia. La G.I.L. brugherese si era già guadagnata gli onori della cronaca alcune settimane prima.

Veri salvataggi?
Sul bollettino ufficiale dell’organizzazione era apparsa infatti una citazione di merito per un suo membro, Emilio Santamaria, figlio di Giuseppe.
Il 31 luglio, in un insopportabile pomeriggio afoso, il diciassettenne caposquadra avanguardista si era gettato prontamente nelle acque traditrici del Canale Villoresi, riuscendo “a trarre in salvo un bambino, che assalito da crampi alle gambe mentre prendeva un bagno, stava per annegare”. Gli atti eroici o presunti tali dei balilla (sullo stesso numero del bollettino si contavano ben 30 giovani fascisti che avevano rischiato la vita in acqua per salvare inesperti o sprovveduti nuotatori) servivano a cementare lo spirito di gruppo.

a cura della Biblioteca Civica

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