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Cento firme contro la nuova via Rodari

Cronaca

Cento firme contro la nuova via Rodari

Fabrizio Meani ha portato al sindaco «oltre cento firme dei residenti» per chiedere che la viabilità di via Rodari torni ad essere quella di qualche mese fa, prima che fosse introdotto l’obbligo di svolta a destra che causa code nelle ore di punta. «Ma Marco Troiano e l’assessore Mauro Bertoni – racconta – non hanno voluto cambiare idea, fermi sulle loro posizioni. E allora me ne sono andato sbattendo la porta, quando ho capito che era impossibile ottenere qualunque risultato». L’ideale, aggiunge, «è una rotondina, che risolve ogni problema. Ma siccome ci hanno detto che costa troppo, 300mila euro, allora torniamo alla vecchia viabilità, finché non troviamo i fondi per realizzarla».

I residenti dei palazzi che si trovano tra via Rodari e via Leopardi lamentano da settimane il peggioramento del traffico nelle loro strade, a seguito della novità viabilistica che vorrebbe limitare il traffico di auto. Obiettivo raggiunto, secondo l’assessore Bertoni, che in Consiglio comunale ha parlato di una diminuzione di 16mila veicoli nel mese (sono passati, secondo le videocamere di sicurezza, da 153mila a 136mila, mentre il flusso nei 15 minuti è passato da 3.900 a 4.753: un dato positivo, afferma Bertoni).

Numeri che non soddisfano i residenti. «È un bene che ci siano meno macchine – precisa Meani –, ma se diversamente da prima sono tutte ferme in coda sotto casa nostra, allora è un disagio, non un miglioramento». La delusione, sostiene, è anche «perché il comune ignora un parere sottoscritto da oltre cento persone. E sarebbero state anche di più, se fossi andato porta a porta a bussare a tutti i palazzi e alle cascine della zona». Il cambiamento, conclude, «dicono sia motivato anche dalla sicurezza, ma io vivo lì da 22 anni e non ho mai visto incidenti».

Troiano, «tenendo in considerazione le indicazioni dei residenti, ai quali abbiamo chiesto quali migliorie si potrebbero realizzare», si dice pronto a «incontrare i cittadini, sul tema, in un’occasione pubblica. Il ricevimento del mercoledì dura mezz’ora, non è il luogo opportuno per un confronto con molte voci». L’incontro con Meani era infatti uno dei ricevimenti del mercoledì del sindaco che, per un fraintendimento, qualcuno aveva interpretato come un momento pubblico, al quale si sono presentate una decina di persone. Solo tre, tra cui Meani, sono però entrate nell’ufficio del sindaco.

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