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Noi Brugherio

150esimo: Orsi, colonnello fascista che terrorizzava la città

Comune

150esimo: Orsi, colonnello fascista che terrorizzava la città

a cura della Biblioteca

La fase iniziale dell’epoca fascista a Brugherio è stata dominata dalla figura sinistra del Colonnello Camillo Orsi, operativo nella nostra città dal 1923 al 1924, quando cioè contava poco meno di novemila abitanti.

Le origini di Orsi
Di origini emiliane, con una certa esperienza nei consigli disciplinari dei Tribunali Militari, il primo commissario prefettizio di Brugherio si dimostrò subito sprezzante verso tutte le forme associative spontanee, soprattutto operaie, che guardava con il fumo negli occhi. Se il livello politico tentava almeno in quel primo periodo di governare paternalisticamente il comune rappresentando la “carota”, Orsi era in tutto e per tutto il “bastone”. Le sue specialità erano le delazioni e i “lanzi”, gli squadristi fascisti che spesso faceva venire da Monza, ma qualche volta anche dalla Lomellina, per terrorizzare la popolazione e ristabilire l’ordine pubblico. Ben presto i metodi provocatori e reazionari di Orsi risultarono invisi anche ai brugheresi più indifferenti al nuovo corso fascista o addirittura timidamente suoi sostenitori.

Il colonnello viene trasferito ad Agrate
L’ondata di indignazione popolare portò quindi al trasferimento del colonnello, che nel 1926 ritroviamo come commissario nella vicina Agrate, ancora molto agricola rispetto a Brugherio e quindi meno sindacalizzata.
La contestazione popolare nei confronti del colonnello
Il suo arrivo nel nuovo paese fu contestato dalla popolazione, che ne conosceva evidentemente la fama. Pure ad Agrate perquisizioni, soprusi e violenze furono l’ordinaria amministrazione.
Nell’agosto del 1926, ad esempio, alcuni sconosciuti strapparono la bandiera che pendeva sulla facciata della locale Casa del Fascio. Agli ordini di Orsi gli squadristi – protetti dai carabinieri – seminarono il panico per le campagne di Agrate, prendendosela con operai e contadini. Proprio un paio di operai, ritenuti responsabili dell’azione “sacrilega”, vennero poi presi a sberle nella sala principale del comune, e lì trattenuti per alcuni giorni sotto pesanti minacce.

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