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Di nuovo a Gornja Bistra per un sorriso dei bimbi

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Di nuovo a Gornja Bistra per un sorriso dei bimbi

Sono 627 i chilometri che separano Brugherio da Gornja Bistra, Croazia. Una distanza che tanti brugheresi percorrono anche più volte all’anno con l’Associazione Il giardino delle rose blu per raggiungere i bimbi dell’ospedale pediatrico. La struttura ospita bambini e ragazzi con disabilità gravi o con patologie che rendono impossibile per le loro famiglie un’adeguata assistenza.
Da qui è nata la catena di solidarietà che dal 2002, anno di nascita dell’Associazione, ha portato tanti volontari italiani a mettersi al servizio di questi ragazzi, attraverso il gioco, l’amicizia e il sorriso.

Un servizio fatto di gesti semplici
Tra i volontari, Veronica Cavallucci, Tecla Galimberti e Marco Mauri, partiti per Gornja per vivere la settimana dal 24 al 31 maggio. Un servizio fatto di gesti semplici, come ci spiega Veronica: «Dopo aver dato la colazione ai bambini, passiamo la mattinata a giocare con loro. Al pomeriggio giochiamo ancora insieme e poi serviamo loro la cena». Attività ordinarie, attraverso le quali però nascono incontri e si creano relazioni: «È davvero emozionante quando, ad esempio, tieni in braccio i bambini più silenziosi,che magari sembrano non avere un contatto con l’esterno… e loro ti guardano con i loro occhi profondi: è una sensazione difficile da descrivere» racconta Tecla.

Ritornare
Dei tre volontari, nessuno è alle prime armi, ma tutti hanno già vissuto questa esperienza, anche per diversi anni. Perchè tornare? «Qui si provano emozioni e si fanno esperienze che non si possono provare in nessun altro modo quando sei a casa» ci spiega Marco «Non so trovare le parole giuste. Stare con loro, farli giocare, strappargli un sorriso, vedere che i bambini cercano proprio te tra tutti i volontari per giocare e stare insieme… è un’emozione indescrivibile».

Dono reciproco
Un’esperienza di dono reciproco quindi, dove anche i bambini aiutano i volontari a dare una nuova luce alla vita di tutti i giorni, una volta tornati a casa. «Dietro ai loro sguardi ci vedi anche un pezzetto di Dio» conclude Tecla «È davvero un’esperienza che punta dritto al centro del cuore e lo fa tornare a battere».

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