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Don Alessandro Maggioni: «È un servizio che funziona»

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Don Alessandro Maggioni: «È un servizio che funziona»

Una conferma. Lo sono, per don Alessandro Maggioni (responsabile della pastorale giovanile della Comunità pastorale Epifania del Signore), i dati della ricerca sugli Oratori della Lombardia incrociati con quelli locali di Brugherio.
«Che Brugherio sia sopra la media regionale è senza dubbio una dimostrazione che l’oratorio estivo è un servizio che funziona» commenta il sacerdote.

Secondo don Maggioni la fascia di età che ha subito una crescita numerica negli ultimi anni è quella della prima e della seconda elementare: «Si tratta – spiega ancora – del frutto di una precisa scelta: quella di aver suddiviso i partecipanti per fasce di età e di aver scelto per loro i luoghi adatti. In precedenza questo gruppo, soprattutto maschile di prima e seconda elementare soffriva molto».
In merito invece alla ricerca generale sui dati lombardi don Maggioni sostiene che questa analisi dimostra come «L’oratorio sia ancora un luogo fondamentale».

Per il sacerdote, infatti, «La ricerca è una conferma, attraverso i dati di quello che stando sul territorio vediamo chiaramente nella pratica».
E se c’é una differenza significativa tra l’oratorio nella provincia e quello della città di Milano, ancora più marcato è il solco tra la Lombardia e il resto della Penisola: «I sacerdoti del resto d’Italia possiamo dire che ci “invidiano” il nostro modello educativo».

Per don Maggioni c’é comunque un elemento su cui riflettere e per il quale la diocesi di Milano sta predisponendo delle specifiche proposte educative, che verranno presentate a giugno: «Si tratta del passaggio tra la fine dell’iniziazione e l’adolescenza. Qui molti ragazzi si perdono e, dobbiamo riconoscerlo, l’oratorio permette di non avere il deserto. Una volta fatta la cresima, l’idea che il percorso continui consente che qualcuno resti nel contesto ecclesiale. Proprio per questo guardiamo con interesse all’imminente rilancio del percorso a livello diocesano dalla prima alla terza media come occasione per riaffermare che c’è un cammino educativo in cui vivere la relazione, l’amicizia, la vita, il mondo attraverso la lente di ingrandimento di Gesù» conclude il sacerdote.

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