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Noi Brugherio

Il più grande regalo della mia vita (e buone vacanze)

L'adoration des bergers di Georges de La Tour (da Wikimedia)

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Il più grande regalo della mia vita (e buone vacanze)

Anche NoiBrugherio va in vacanza: il settimanale tornerà in distribuzione venerdì 10 gennaio. Nel frattempo, ci uniamo alla riflessione natalizia del parroco don Vittorino Zoia per porgere a tutti i più cari auguri di buon Natale:

Carissimi, per l’augurio natalizio di quest’anno faccio mie le parole che Papa Francesco scrive nella bellissima lettera apostolica Admirabile Signum sul significato e valore del presepe: “Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo”. A questo proposito, mi sembra molto bello riguardare la natività di Georges de la Tour, l’adorazione dei pastori, proposta in questa pagina. Quel bambino avvolto in fasce, deposto nella mangiatoia, altri non è che Dio stesso. Sarebbe bello guardare questo bambino avvolto in fasce e rileggere, con la commozione del cuore e lo stupore dello sguardo, le parole che accompagnano questa adorazione dei pastori di Dietrich Bonhoeffer:

“Potenza di Dio”: così si chiama questo bambino. Il bimbo nella mangiatoia altri non è che Dio stesso. Nulla di più grande può essere detto: Dio si è fatto bambino. Eccolo nella mangiatoia, povero come noi, misero e inerme come noi, un uomo fatto di carne e sangue come noi, nostro fratello. Eppure è Dio, eppure è potenza. Dov’è la divinità, dov’è la potenza di questo bambino? Nell’amore divino in cui si è fatto uguale a noi. La sua miseria nella mangiatoia è la sua potenza. Nella potenza dell’amore supera l’abisso tra Dio e l’uomo.

Quando la vita viene toccata da questa Presenza, possiamo fare nostro l’insegnamento del Papa emerito Benedetto XVI quando dice “Se chi amo, se l’amore, se il più grande regalo della mia vita mi è vicino, se posso essere certo che colui che mi ama è con me, allora anche nelle difficoltà provo nel profondo del cuore una gioia che è più grande di ogni sofferenza” (tratto da un’omelia pubblicata nella raccolta “Per amore”). Il cristianesimo è vita perché Dio è venuto in mezzo a noi e lo possiamo guardare con lo sguardo e la meraviglia dei pastori. Gesù ci garantisce, con la sua dedizione fino al Calvario, che la vita di ognuno di noi gli sta a cuore, anche quando le intemperie del cammino possono far gridare “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. L’augurio, carissimi cittadini, se permettete è questo, andiamo a Betlemme a vedere ciò che è accaduto: una nascita, quella del Salvatore. Il Natale non è una bella favola che ciclicamente ritorna, non è un’invenzione costruita per sostenere i nostri incerti e faticosi passi, ma una Presenza sui cui puntare. Come dice il salmo “Se anche camminassi in una valle oscura, non temerei alcun male perché tu sei con me”. Scriveva una bambina delle elementari nei cosiddetti pensierini sul Natale: “A Natale ci scambiamo i regali per ricordare il più bel regalo che Dio ci ha fatto: Gesù.

don Vittorino Zoia

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