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La tesi di Patrizia Magni svela la storia ignota di Villa Fiorita

Cronaca

La tesi di Patrizia Magni svela la storia ignota di Villa Fiorita

villa fiorita storiaÈ al centro della città, ma una parte della sua storia era rimasta per lo più sconosciuta. Oggi la tesi di laurea della dottoressa Patrizia Magni rimette a posto la casella che mancava nel racconto di Brugherio, ricostruendo gli anni in cui Villa Fiorita era una casa di cura. Edificio chiuso per definizione e nei fatti. «Ci sono in realtà molte informazioni su quei decenni – spiega – ma frammentate, sparse, in alcuni casi anche contraddittorie». Il lavoro di Patrizia ripropone organicamente le principali vicende della Villa, in una tesi consultabile in biblioteca ricchissima anche di immagini. Alcune quasi inedite, ormai introvabili altrove, recuperate nei cassetti delle famiglie della città o negli archivi della biblioteca. Si trovano anche alcune cartoline pubblicitarie, che promuovevano i servizi dell’ospedale, preziose per ricostruirne l’attività.

Il documento fondamentale
Classe 1990, Magni ha frequentato le elementari alla Sciviero e le medie alla Leonardo, poi il liceo scientifico e il Politecnico di Milano, dove si è laureata in Ingegneria dei Sistemi Edilizi (con il voto di 107/110) con una tesi di laurea su “Storia e riqualificazione dell’ex Ospedale Psichiatrico di Brugherio, Villa Fiorita”. «Ho cercato informazioni – racconta – nell’archivio del Comune di Brugherio, in archivi del Comune di Monza, su giornali dell’epoca, su archivi difficilmente accessibili come quello dell’Agenzia delle Entrate di Milano». Dall’archivio di Brugherio è emerso un documento fondamentale, un decreto prefettizio del 1940 che autorizza l’apertura di una “Casa di cura per malati nervosi con esclusione di malati di forme infettive e malati di forme mentali”. «Era una delle poche di ambito milanese a pagamento», spiega la laureata. È presumibile che i suoi ospiti fossero persone benestanti e infatti c’è grande riserbo tuttora su chi fossero. Ad esclusione forse del più illustre, il pittore Filippo de Pisis, che fu ricoverato lì dall’ottobre del 1948 alla morte nel 1956 avvenuta a Milano poco tempo dopo che alcuni parenti lo dimisero. Eppure il ricordo delle persone ricoverate è ancora vivo in diversi brugheresi.

patrizia magniRacconti di brugheresi
Magni si è affidata anche a fonti orali, raccogliendo interviste inedite di chi abitava in centro «e quasi tutti ricordano quella che veniva chiamata “contessa”. Una donna elegante, dai modi nobili, della quale nessuno sapeva nulla: il suo soprannome non era dato dalla famiglia altolocata, ma dal suo portamento». Nella tesi si trova il racconto dell’ex infermiera che vi ha lavorato e i ricordi da bambini del dottor Prizzi, figlio di un medico della struttura e di residenti nella zona: il comandante della Polizia Locale Pierangelo Villa e Giuseppe Meroni.

Saloni al piano terra e ospiti al primo piano
La tesi ricostruisce puntualmente le planimetrie storiche fino ad oggi, che ricordano le funzioni degli spazi ora utilizzati dal Comune. Gli ambienti al piano terra erano saloni, mense, cucine, uffici amministrativi. Al primo piano si trovavano la gran parte delle stanze dei pazienti. La facciata dell’edificio, lo si vede bene nelle foto, era più riccamente decorata, con diversi busti posizionati in eleganti nicchie. La facciata verso il parco era decorata da dipinti murari sotto i balconcini del piano nobile delle quali oggi rimangono preziose testimonianze.

Riqualificare la serra
La tesi di laurea è di ingegneria, dunque affianca la ricerca storica a una proposta di riqualificazione energetica. «Sia chiaro che è un progetto teorico, ma a tutti gli effetti studiato come caso reale- tiene a precisare – prevede un intervento di recupero della Serra de Pisis nel rispetto del valore storico e artistico dell’edificio e delle cogenti normative di risparmio energetico».

LA STORIA E I CAMBIAMENTI
Villa Fiorita è stata villa privata, per secoli. Passando attraverso diverse famiglie che l’hanno acquistata o venduta secondo le alterne fortune della casata. Se ne trova traccia anche nel celebre manoscritto del parroco De Petri, testo scritto a Brugherio alla fine del ‘700 che testimonia un passaggio di proprietà altrimenti mai chiarito.

Casa di cura dal 1940 al 1974
«Nel 1939 – ricostruisce Patrizia Magni – è acquistata dalla “Società Villa Fiorita”, nel 1940 c’è il decreto che autorizza l’esercizio sanitario. Tra il 1973-1974 chiude la casa di cura, nel 1976 il Consiglio Comunale dà l’approvazione affinché la villa diventi nuova sede comunale, nel 1978 viene acquistata dal Comune di Brugherio, sindaco Giuseppe Cerioli, che nello stesso anno riapre il parco e nel 1980 inaugura ufficialmente il municipio dove lo conosciamo ora».

Il parco era chiuso e privato
I più giovani faranno fatica a immaginarlo, ma la grande area verde in centro era privata e chiusa. E forse ciò è stata la sua fortuna, si è preservata dall’edilizia. Era anche leggermente più grande di ora, ha scoperto la giovane brugherese: arrivava fino a circa metà della carreggiata di via Filzi e si allargava in piazza Roma, nell’area dove ora si trova la scalinata della Sala consiliare.

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