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Noi Brugherio

Come don Camillo e Peppone, sassate tra don Luigi e i socialisti

Comune

Come don Camillo e Peppone, sassate tra don Luigi e i socialisti

logo 150esimoa cura della Biblioteca Civica

Una vicenda da don Camillo e Peppone nel nostro comune? Accaduta, statene certi, anche se le cronache in nostro possesso differiscono un po’ riguardo allo svolgimento degli eventi. Già, perché la nostra storia è vera.
La vicenda si svolge il 9 settembre 1919, quando un comizio dei socialisti si svolge proprio a Brugherio, nei locali della scuola, contigui a quelli del municipio. La partecipazione è buona, anche se molti aderenti provengono da Monza, e le parole d’ordine dei manifestanti, che inneggiano al laicismo e al libero pensiero dei popoli, sembrano fatte apposta per togliere il batacchio alle campane della Parrocchiale, dove a presiedere come sempre le funzioni c’è don Luigi Fumagalli, che dal pulpito non fa miracoli, ma ama intervenire – a gamba tesa, si direbbe oggi – sulle questioni politiche, quelle di cui si tace perfino nelle osterie. Ebbene, finita la messa più importante del dì di festa, il nostro parroco esce di chiesa per recarsi in canonica, che confina con la sede del Comune, dove cioè le bandiere rosse garriscono al vento e i canti dei socialisti sembrano invitare a recarsi tutti all’inferno. Il cordoncino della miccia si sta consumando sempre più e l’esplosione è vicina. Pare che qualche militante socialista alzi la voce all’indirizzo del parroco, tanto da provocare l’insurrezione dell’oratorio. La baruffa travolge tutto e tutti, compresi i ragazzi che pensavano solo a giocare con una palla e quei contadini che avevano accettato di recarsi dai socialisti soprattutto per scroccare un bicchiere di vino rosso. Volano anche i sassi, da una parte e dall’altra. Mentre il parroco è asserragliato in canonica, alcuni socialisti lo raggiungono e un cappellaio di Monza, Angelo Arosio, gli tira una sedia in testa. Spunta anche un’arma, usata più che altro per spaventare, e quando arrivano i carabinieri pongono in stato di fermo un militante socialista.

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