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Noi Brugherio

“Com’era, com’è”: con occhi giovani la città diventa arte

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“Com’era, com’è”: con occhi giovani la città diventa arte

C’è tempo fino a domenica 15 per vedere la mostra “Com’era, com’è: la scuola racconta Brugherio”, allestita nella Galleria Esposizioni di Palazzo Ghirlanda. L’esposizione si propone di riscoprire la città con gli occhi dei bambini e dei ragazzi, “la celebrazione del 150°” ha spiegato l’assessora Laura Valli affiancata dal sindaco Marco Troiano, “è un percorso lungo e interessante che coinvolge tutte le realtà cittadine”. Il coordinatore della mostra, Mario Baldo, ha spiegato che le opere, accompagnate dalle schede illustrative, sono state suddivise in sezioni: “il 150°”; “i luoghi di Brugherio”, che si sofferma sugli aspetti naturali e assume come simboli il brugo e il Parco di Increa; “i monumenti di Brugherio”, identificati nel tempietto di Moncucco, il Mulino di Occhiate, la Chiesa e il Campanile di San Bartolomeo; “giochi e filastrocche” tradizionali; “mongolfiera”, in ricordo del primo volo aerostatico; “ieri, oggi e domani”.

Leonardo: campanili e cascine
La professoressa Milena Sangalli ha spiegato i progetti realizzati dalle sue classi della Leonardo. Le classi prime hanno costruito tre “Campanili creativi”, architetture composte da cartone, cartoncini, pastelli e acrilico che riproducono il campanile di Brugherio trasformato in modo fantasioso e colorato: “È stato un lavoro di gruppo in cui i bambini si sono divertiti realizzando voli di farfalle su prati fioriti, frutti gustosi sopra foglie colorate, uccelli multicolori e canterini che accompagnano il suono delle campane”. Le classi seconde invece hanno riprodotto una veduta del campanile da via Tre re con tecniche miste: “la grande torre si staglia contro il cielo: tutti l’abbiamo osservata dalla stessa angolazione. Unico è il punto di vista, diversi invece i nostri occhi, il nostro modo di osservare, diversi i nostri sguardi, diverse le nostre emozioni e il modo di raccontarle”, ha continuato la professoressa. Le terze invece hanno preso spunto dalle fotografie scattate alle cascine da un gruppo di ragazzi che hanno frequentato la Leonardo nel 1986, realizzando degli originali collage.

Kennedy: le medaglie
Gli studenti della secondaria Kennedy hanno invece realizzato un originale progetto guidati dalla professoressa Giusy Pintaudi. I ragazzi, dopo aver osservato i medaglioni in pietra del tempietto di Moncucco, si sono cimentati nell’incisione su rame. “In questo modo si è potuto coniugare lo studio della tecnica dello sbalzo con l’approfondimento della storia di un importante monumento brugherese”, spiega la professoressa.

Fortis: i simboli della città
“I simboli della città di Brugherio” è invece il titolo dell’articolato progetto della scuola primaria Fortis, illustrato dalla professoressa Antonella Graniero: “gli alunni delle classi prime hanno rappresentato con tecniche diverse i monumenti e gli oggetti-simbolo che caratterizzano la nostra città e li hanno assemblati in un video animato (visibile anche su Youtube) che presenta Brugherio. I simboli scelti sono: la mongolfiera, il tempietto di Moncucco, i Re Magi, il campanile di San Bartolomeo, la panchina del Parco Increa (la panchina più lunga d’Italia), il mulino di Occhiate, il brugo (la pianta da cui deriva il nome della città)”. Sono stati così messi a punto originali collage e riproduzioni tridimensionali, suddivisi poi nelle varie sezioni della mostra.
La mostra sarà aperta anche oggi e domani, negli orari 10-12.30 e 15-18.30.

Tra scienza e creatività la geologia si fa pittura

Quella nell’immagine qui sotto è una cartina di Brugherio dopo che è passata nelle mani di un geologo e di una classe delle medie. I ragazzi si sono fatti aiutare ad analizzare la conformazione del territorio secondo le classi di fattibilità del Pgt, le aree agricole, la presenza di scuole, cascine, canali, ecc. E tutte queste cose sono state “ricalcate” diventando occhi, macchie, cappelli, sedie, vestiti. Ad esempio, gli occhi del polpo sono le vasche del depuratore di San Rocco. L’embrione è il lago Increa. Lo zaino sono le zone rurali. Il professor Cosentino spiega che «tali contorni altrimenti condannati a rimanere cammufati e intricati, forniscono i mezzi intellettuali di una comprensione globale e particolare. Poesia e scienze unite dal desiderio di capire, di fronte all’ambivalente meraviglia del mondo, come interpretare e comunicare la sostanza celata dal mistero della realtà per gingere a una visione del “Paesaggio come esperienza culturale”».


 

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