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Candy, il piano industriale non scongiura gli esuberi

Cronaca

Candy, il piano industriale non scongiura gli esuberi

Candy e la sua proprietà hanno finalmente presentato l’elaborazione finale del piano industriale per il futuro dell’azienda. È stato un percorso lungo che segna il futuro dell’azienda, del tessuto industriale brianzolo, ma soprattutto dei 310 lavoratori che fino a fine 2015 costituivano ufficialmente la lista degli esuberi di personale. Il piano prevederà da parte dell’azienda investimenti che si aggirano tra i 15 e i 20 milioni di euro, ha dichiarato Angela Mondellini, segretaria generale Fiom Cgil.

Maggiori investimenti
Investimenti decisamente più cospicui rispetto a quelli ipotizzati in precedenza. Una parte di queste risorse verranno destinate all’ammodernamento delle macchine e alla loro automazione, ma questo non influirà negativamente sulla situazione ancora molto in sospeso degli oltre 300 lavoratori dichiarati in esubero e che costituiscono oltre il 50% delle persone impiegate attualmente occupati nello stabilimento brugherese. Il nodo della questione infatti è «quanto» produrre e non «come». La direzione aziendale e la proprietà della famiglia Fumagalli, infatti, sembrano intenzionati a rendere il polo industriale brugherese non solo moderno ma anche competitivo, volontà questa che incontra la richiesta che le rappresentanze sindacali avanzano da tempo. «Il problema sono le quantità di elettrodomestici da produrre» osserva la segretaria Mondellini. Il lavoro a Candy non manca, come dimostrano le cronache e come notato in altre occasioni dai rappresentanti dei lavoratori che hanno seguito da vicino lo svolgersi della vicenda. Anzi, in casa Candy non c’è crisi. Non per i vertici almeno.

Dimezzati i lavoratori
Nonostante la domanda di mercato sia presente, però, la famiglia Fumagalli, proprietaria di Candy, è ancora dell’idea di dimezzare il numero di lavoratori occupati nello stabilimento di Brugherio e preferisce mantenere i propri punti di riferimento produttivi fuori dai confini italiani. Per ora, comunque, non c’è ancora una certezza sul futuro dei lavoratori in esubero dello stabilimento di Brugherio. L’ammortizzatore sociale del contratto di solidarietà rimarrà attivo per un altro anno e mezzo circa, poi gli esuberi dovranno essere confermati o ritrattati e allora i numeri diventeranno importanti.

«Portiamo il piano al Ministero»
L’entrata in gioco del nuovo piano industriale ovviamente potrebbe cambiare le quantità di esuberi su questo “tavolo verde” e gli effetti che il nuovo piano industriale porterà non sono stati ancora resi noti dalla società. Per ora il gioco continua e la mano passa ancora alle rappresentanze sindacali, insoddisfatte dagli esuberi. La prossima mossa, quindi, sarà chiedere un incontro ufficiale al ministero dello sviluppo economico. «Il governo e il ministero diranno cosa è possibile fare per estendere il piano industriale anche ai lavoratori in esubero – ha detto la segretaria Mondellini, convinta che si deve credere nell’Italia come punto di riferimento produttivo». L’obiettivo è raggiungere un compromesso tra le esigenze dell’azienda e l’integrità sociale dei lavoratori, prima che il contratto di solidarietà finisca, per evitare che il gioco economico riservi la sua faccia peggiore ali lavoratori che per ora sono stati dichiarati in esubero.

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