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Videocamere di sicurezza, un orgoglio per la città

Cronaca

Videocamere di sicurezza, un orgoglio per la città

foto da Facebook di Matteo Renzi

Nella concitazione, e nella tragedia, del triplo omicidio dello scorso giovedì in Tribunale a Milano, due cose su tutte hanno funzionato. La freddezza delle forze dell’ordine e le videocamere di sicurezza poste ai varchi della nostra città. Queste ultime hanno intercettato il passaggio di Claudio Giardiello in sella al suo scooter e hanno consentito un rapido arresto. Prima che, si saprà in seguito, tentasse un ulteriore folle gesto.

La chiave del successo
E già dal venerdì, il sistema di sorveglianza è diventato sui giornali la chiave di volta delle indagini. Ne hanno parlato i principali media, scoprendo un sistema che in città è attivo già da diversi anni. Il Corriere della Sera l’ha definito “un sistema molto sofisticato”, il Giornale ne ha scritto definendo Brugherio “un paesone della Brianza a 20 chilometri da Milano”. Per Libero “l’alert”delle videocamere ha dato il via alle operazioni. Infine Repubblica racconta che “nel caos” ha funzionato una cosa: un appuntato che ha attivato la procedura prevista in questi casi, arrivando infine alla cattura, attraverso le videocamere della città.

Come funzionano le videocamere
Oggi, le forze dell’ordine non aggiungono dettagli. Un po’ perché il ruolo glielo impone, un po’ per riservatezza, un po’ perché le indagini sono ancora in corso. Ma su NoiBrugherio del 16 marzo 2013, il comando di Polizia Locale spiegò nel dettaglio il funzionamento del sistema. Raccontando che si tratta di un sistema innovativo e sofisticato che pochissimi Comuni hanno in Italia: si contano sulle dita di una mano. Per ogni direttrice di marcia, la videocamera registra un’immagine di contesto e anche un’immagine di dettaglio della targa del veicolo. I varchi possono essere paragonati dunque ad «una cinta virtuale di mura degli antichi comuni» e il controllo dei passaggi dei veicoli avviene in tempo reale.
La privacy è tutelata: dopo una settimana (a meno che si tratti di una targa oggetto di indagini) i dati vengono distrutti. Tra le varie opportunità, che sono davvero infinite, offerte dal sistema di rilevazione, c’è anche la possibilità di utilizzare il sistema nel caso si verifichi un’omissione di soccorso.

La centrale operativa di monitoraggio delle videocamere

Videocamere, le origini
Quest’ultimo è il caso che diede il via all’installazione delle videocamere. Quando, alcuni anni fa, ci fu un incidente stradale con esito mortale in viale Lombardia. Una signora di 80 anni è deceduta nei pressi della sua abitazione dopo un impatto con un autotreno; l’autista non si è fermato e la donna non è stata soccorsa. È stato in quel momento, aveva rivelato il comandante Pierangelo Villa, che è nato il forte desiderio di un sistema automatico che evitasse simili tragedie. O quantomeno arrivasse all’identificazione di un colpevole. Installate inizialmente sui 7 varchi principali della città, oggi le videocamere osservano con attenzione tutte e 15 le strade d’accesso a Brugherio.

Chi ha voluto e chi usa le videocamere?
Le bocche, sul merito dell’operazione e sui dettagli, sono cucite. Ma è abbastanza evidente dalle cronache che, almeno in città, sono quattro i soggetti che hanno contribuito alla buona riuscita. L’amministrazione di Maurizio Ronchi, che ha dato il via al progetto videocamere. L’amministrazione di Marco Troiano, che l’ha proseguito e completato. La Polizia Locale guidata da Pierangelo Villa, che l’ha voluto e ne cura quotidianamente la gestione oltre a possedere fisicamente gli strumenti. I Carabinieri del comandante Paolo Simula, che hanno accesso al sistema e hanno avuto l’intuito e la prontezza di inserire, al momento giusto, la targa più ricercata del momento.

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