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Consiglio comunale, sospeso lo scambio di azioni Cem-Bea

Politica

Consiglio comunale, sospeso lo scambio di azioni Cem-Bea

Un momento del Consiglio comunale del 21 ottobre 2013

Il 15 dicembre, il Consiglio comunale approvava una modifica al regolamento dello statuto di Cem ambiente (di cui Brugherio è proprietario di meno dell’1% delle azioni) “per dare corso all’operazione di scambio azioni con Bea spa”. Si trattava di un passo verso una sempre maggiore sinergia (forse propedeutica alla fusione) tra le due aziende colossi dei rifiuti in Brianza. Ma quella votazione pare oggi inutile. Sembra infatti che l’operazione sia stata bloccata per ora a causa di impedimenti tecnici. Il Nuovo Centrodestra brugherese afferma che “potrebbero eserci delle novità inattese, finanche la sospensione ella vendita reciproca delle quote e del conseguente progetto di fsione”.  Secondo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianmarco Corbetta, lo scambio violerebbe l’art. 2360 del Codice civile: “È vietato alle società di costituire o di aumentare il capitale mediante sottoscrizione reciproca di azioni”.

Due soli consiglieri brugheresi votarono contro. Uno era Roberto Assi (Nuovo Centrodestra e Brugherio popolare europea): «Abbiamo avuto ragione anche questa volta: nonostante l’unanime voto favorevole della sinistra e a Brugherio, incomprensibilmente, anche di alcuni gruppi di minoranza, potrebbe esserci finanche la sospensione della vendita reciproca delle quote e del conseguente progetto di fusione». Una prova, secondo il consigliere, della «inadeguatezza» e della «incapacità» della Giunta Troiano, «puntualmente smentita dai fatti, costretta a constatare, per ogni decisione importante, la ragionevolezza delle motivazione dell’opposizione».

La vicenda è aperta, si attendono sviluppi.

Agiornamento del 21 gennaio: a seguito dell’articolo comparso su NoiBrugherio, l’ufficio stampa di Cem precisa che la fusione si farà. A prescindere dal “non indispensabile” scambio di azioni. Ecco il loro comunicato:

Nel corso delle Assemblee di Cem Ambiente Spa e di Bea Spa che si sono svolte lo scorso 18 dicembre, i Comuni soci hanno dato il via libera al processo di collaborazione finalizzata alla fusione tra le due società, con l’obiettivo di ottimizzare il sistema di gestione dei rifiuti nel territorio dei Comuni serviti.

A Cavenago l’assemblea di CEM ha approvato l’aggregazione con il voto favorevole del 61% dei sindaci presenti (in totale l’81,56% su 49 soci). Si sono astenuti i Comuni di Arese, Correzzana, Aicurzio, Brugherio e Villasanta; ha espresso voto contrario il Comune di Cassina de’Pecchi.

A Desio, invece, l’assemblea di BEA ha detto sì con il 75,15% dei voti a favore; non hanno partecipato al voto i Comuni di Lentate sul Seveso e Varedo; hanno espresso voto contrario i Comuni di Desio, Seveso, Bovisio Masciago.

In seguito alla decisione delle Assemblee dei soci, le due società potranno ora partire operativamente con le fasi necessarie a preparare la fusione che avverrà al massimo entro due anni e che porterà diversi vantaggi al territorio in termini di qualità e costi del servizio, fermo restando il modello della raccolta differenziata consolidato nel sistema di raccolta “porta a porta”, che punterà al raggiungimento dell’80 percento su tutti i Comuni soci.

Il primo passaggio di tale operazione, sarà la verifica tecnico-giuridica del percorso da seguire da parte delle due società, che andrà a delineare chiaramente e definitivamente le modalità di attuazione dell’operazione. Seguirà la costituzione del gruppo di lavoro, con il compito di entrare nel merito delle due realtà coinvolte, definire il loro valore societario e le caratteristiche necessarie all’operazione (la fase tecnicamente detta di due diligence). Tali dati preparano e precedono la fusione vera e propria che, lo ricordiamo, dovrà essere approvata nuovamente in Assemblea dei soci per il via libera finale.

Il concambio di azioni prospettato come una possibile via da seguire in sede assembleare rappresenta, quindi, una strada che avvicinerebbe maggiormente le due società nella fase iniziale della collaborazione, ante fusione. Non è però un passaggio indispensabile. Se non dovesse risultare fattibile dalle verifiche degli esperti, si procederà comunque, senza modificare l’obiettivo finale più volte dichiarato, allo studio di soluzioni altenative e a nuove valutazioni finalizzate al progetto finale di fusione.

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