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Noi Brugherio

Chi sono? Cosa Fanno? Chi paga? Domande e risposte sui 14 richiedenti asilo

Cronaca

Chi sono? Cosa Fanno? Chi paga? Domande e risposte sui 14 richiedenti asilo

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Chi sono? Sono giunte a Brugherio quattordici persone provenienti da Nigeria e Senegal. Sono giovani, nessuno è minore di 18 anni. Hanno presentato richiesta di asilo politico in Italia.

Quanto resteranno a Brugherio ospitati in via De Gasperi? Resteranno finché la Prefettura avrà terminato di esaminare la richiesta di asilo politico di ciascuno. Dovrebbe volerci non meno di sei mesi.

È la prima volta che Brugherio accoglie persone in attesa di asilo politico? Accadde una cosa simile nel maggio 2011, quando un gruppo di donne nigeriane fu ospitato (per oltre sei mesi) a Casa Jobel, realtà legata alla Caritas monzese in via Santa Caterina.

Quanto costa l’accoglienza? Direttamente alle casse comunali, niente. Le spese sono sostenute con fondi governativi e fondi europei: la cooperativa che gestisce la struttura riceve 35 euro al giorno per ogni persona ospitata. Di questa cifra, 2,50 euro sono consegnati ogni giorno al richiedente asilo. Il resto della quota è utilizzato dalla cooperativa per affitto, cibo, spese di gestione.

Come trascorrono la giornata queste persone? Non possono essere assunte, non possono ricevere stipendio. Quindi nei mesi di permanenza seguiranno corsi di italiano per stranieri e gli verrà proposto di dare una mano alle associazioni di volontariato della città.

Sono clandestini? No: nei centri di prima accoglienza sono stati identificati con nome cognome e impronte digitali, hanno effettuato visite mediche, hanno ricevuto documenti che ne attestano lo status di “richiedenti asilo politico”.

Sono ospitati in locali della parrocchia San Bartolomeo? No, le stanze sono di proprietà della congregazione delle suore di Maria Bambina. La parrocchia è proprietaria dell’oratorio, non dell’ala che era utilizzata come alloggio dalle religiose.

Sono stati invitati dal Comune o dalla parrocchia? Da nessuno dei due. L’accordo che ha permesso l’arrivo di queste quattordici persone è tra le suore e il consorzio cui la Prefettura ha affidato la gestione dell’ospitalità. Comune e parrocchia sono stati informati, a quanto risulta, quando gli accordi erano in fase avanzata o siglati.

Perché i cittadini non sono stati informati prima? In base a esperienze pregresse è naturale ipotizzare che gli enti governativi in gioco abbiano chiesto massimo riserbo nella fase di preparazione dell’arrivo dei richiedenti asilo.

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