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Indagini su appalti truccati. Chiusa la discarica di San Damiano

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Indagini su appalti truccati. Chiusa la discarica di San Damiano

Il cartello sul cancello della discarica. foto di Roberto Fontana

Il sigillo sul cancello della discarica recita “Area sottoposta a sequestro penale”. E la firma è quella della Guardia di Finanza.

Dolci parole per i residenti di San Damiano, che registrano una vittoria dopo mesi di lotta contro l’impianto di smaltimento rifiuti sorto a pochi metri dalle loro case. Ora oggetto di un’inchiesta denominata “Clean city” che ha mandato 14 persone in carcere, 12 agli arresti domiciliari, 15 all’obbligo di dimora. Le accuse sono di tangenti nell’ambito degli appalti.
Al centro dell’indagine ci sarebbe l’a­zienda monzese San­galli, impegnata nei servizi di pulizia e raccolta rifiuti. Al titolare sono stati assegnati gli arresti domiciliari, mentre ai i tre figli il carcere.

A seguito dell’operazione della Finanza sono stati posti i sigilli alla discarica, che da mercoledì è inaccessibile.
Soddisfatti, ed è dire poco, i sandamianesi che da aprile si erano costituiti in un comitato contro l’edificazione dell’impianto. «Noi li chiamavamo vizi di forma – spiega per tutti Angelo Paleari -, ma era chiaro che qualcosa non andava negli iter che hanno approvato la costruzione di una discarica in un terreno che doveva essere mantenuto agricolo».

La discarica di San Damiano chiusa dalla Guardia di Finanza. foto di Roberto Fontana

Il comitato sente la chiusura come una vittoria «non nostra – precisa Paleari – ma dei cittadini. Anche se è meglio non esultare troppo presto, attendiamo che questa vicenda giunga a conclusione. La seguiremo passo passo. Nella speranza che in quella zona sorga qualche albero, ne abbiamo bisogno, altro che discarica».

«Il comitato ha fatto un gran lavoro sollevando per primo il problema» riconosce l’assessore Marco Magni.

«Studiando poi le carte – prosegue – e partecipando a diversi incontri era evidente che nel puzzle qualche tessera mancava. Ma non ci aspettavamo una situazione di illegalità così diffusa come quella ipotizzata dagli inquirenti. I colleghi di Monza che ho sentito in queste ore non immaginavano minimamente uno scenario del genere, anche se una svolta nelle indagini era attesa, ed è arrivata».

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