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Noi Brugherio

In un quadro il carro con gli “umitt” che non volle attraversare il confine

Cultura

In un quadro il carro con gli “umitt” che non volle attraversare il confine

Il quadro di Elio Nava

«I nonni raccontavano che dove avevamo l’orto, al confine con Monza, i buoi che trasportavano le reliquie dei Magi si fermarono e non volevano più andare avanti. Quello fu il segno che i brugheresi interpretarono come volontà dei Magi di rimanere a Brugherio. Da allora le reliquie, che dopo la scoperta a sant’Ambrogio erano destinate ad essere custodite a Monza, rimasero a Brugherio».

È la leggenda che Giulio Meroni racconta a riguardo del suo orto situato lungo la strada che da Brugherio porta a Monza prima dell’autostrada e che il pittore Elio Nava ha immortalato nel dipinto che conclude il primo libro della favola “La farfalla di Belfelicello”, scritto in collaborazione con Graziella Lionello.
«E là in fondo… ecco il carrozzone, con tanto di comignolo, ed un simpatico signore che fumava la pipa alla finestra, come se li aspettasse. Era Giulio!» racconta la favola.

«Ora il carrozzone, che usavo quando andavo a coltivare le verdure, dopo i lavori per la realizzazione della quarta corsia in autostrada non c’è più. Ma Elio ne era rimasto colpito e così lo aveva inserito nei suoi quadri ed io… pure». Così “Giulio” narra come è diventato ad essere uno dei personaggi dei quadri di Nava, tra i più importanti pittori naives europei.

«Eh si, Giulio, è oramai uno dei personaggi più famosi dei miei quadri», dice il pittore brugherese. «La sua maschera da nonno simpatico, attivo e rassicurante, affascina sia i bambini che i grandi» dice Elio che ha illustrato anche un altro libro di favole “Le lancette di Spannocchia” e che sta preparando il seguito del viaggio delle maschere verso il paese fantastico di Belfelicello. «Anche alla scuola elementare di Baraggia c’è una mongolfiera con Giulio!» conclude.

Giulio Meroni

Meroni è una figura storica della Biblioteca civica di Brugherio. «Ci lavoro da trentacinque anni dopo alcune esperienze in quelle di Monza fatte mentre frequentavo l’università e gli studi al liceo classico Zucchi».
Nato nel 1949, vive ancora in centro Brugherio diventandone un osservatore attento di tutti i cambiamenti avvenuti in città.
«Da piccolo in via De Gasperi, dopo Villa Fiorita erano tutti campi ed era bello d’inverno arrivare fino al canale di via Lombardia con la slitta. Mio papà aveva un orto, dove ora c’è il monumento dell’Avis ed io andavo in aiutarlo. Sapevo anche della presenza dell’artista Filippo De Pisis in Villa Fiorita, ma ero troppo piccolo per incontrarlo».

L’amicizia con Elio Nava è nata in occasione di una visita presso la città di Le Puy en Velay in Francia, con cui Brugherio è gemellata. «Ci conoscevamo già prima di vista e di fama, ma solo nel 1997 a Le Puy abbiamo potuto incontrarci. Abbiamo così scoperto la passione comune per le maschere dei carnevali italiani come quelli di Bagolino (Bs), Pavullo nel Frignano (Mo), Sappada (Bl), Verona, Saint Rhémy (Ao), Schignano (Co), Penna in Trentino oltre naturalmente a Venezia. Da allora anch’io sono diventato un personaggio della favola e spero che come la luna alla fine del libro “appesa in cielo a godersi lo spettacolo delle stelle e la felicità che proveniva dal carrozzone”, anche Brugherio possa vivere un Buon Natale e un nuovo anno migliore».

di Roberto Gallon

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